Cugine violentate a Caivano, la madre di una delle bimbe: “qui c’è un inferno”

Cugine violentate a Caivano, la madre di una delle bimbe: "qui c'è un inferno"

Cugine violentate a Caivano, coinvolti anche i figli di camorristi nella violenza sessuale. Indagini ancora in corso

Sono ancora in corso le indagini per individuare i responsabili della violenza sessuale ai danni di due cuginette di appena 13 anni a Caivano. I fatti risalgono allo scorso mese, ma solo ora la notizia è trapelata. I responsabili della violenza sarebbero dei coetanei delle ragazzine e un maggiorenne, che sarebbe già stato portato in carcere. Nessuna indicazione è stata fornita sulla sua identità, ma secondo quanto riportato da Agi.it, del branco fanno parte anche due giovani figli di camorristi. Inoltre, le indagini dei carabinieri, coordinate dalla procura minorile, non escludono che il branco abbia abusato più volte e in più mesi delle due ragazzine.

La madre di una delle due ragazzine ha detto a Il Messaggero: “Lei è la mia vita. Da parte mia non è mai mancata alcuna attenzione, ho sempre avuto lo scrupolo anche di controllare le sue amicizie, e persino il modo di vestirsi, quando usciva”. La bambina è stata allontanata dal nucleo familiare, per questo la donna dice: “che mia figlia torni da me, perché non sopporto la sua mancanza. E poi chiedo giustizia: chi ha fatto tutto questo male paghi le sue colpe e non resti impunito”.

Poi aggiunge il racconto dei fatti: “Dopo l’intervento del fratello, piangendo ci ha raccontato tutto quello che abbiamo denunciato per chiedere aiuto e giustizia. Non appena ho realizzato quello che era successo con mio marito ci siamo rivolti alla legge. Abbiamo sempre avuto fiducia nelle istituzioni, che però qui al Parco Verde come politica sono sempre stati assenti”.

“Devono essere puniti tutti – ha proseguito la donna -. Una cosa è certa: io non riesco più a sopportare l’idea di dover continuare a vivere in questo posto. Qui c’è un inferno, e serve solo tanta luce. Vorrei poterli guardare dritti negli occhi per vedere se hanno il coraggio di affrontare me; vorrei dire loro: guardatevi allo specchio e accorgetevi di quanto fate schifo e quanto siete vigliacchi. Adesso però mi auguro solo una cosa: che vengano fermati e che siano puniti come meritano, perché fino a quando resteranno in giro impuniti continueranno ad essere una minaccia e potranno far male ad altri bambini”.

Il Parco Verde di Caivano, un quartiere alla periferia nord di Napoli, è una realtà sociale complessa e difficile. Il quartiere è abitato da circa 3.700 persone, per lo più di origine meridionale, con un alto tasso di disoccupazione e di povertà. La criminalità organizzata, in particolare il clan Moccia, ha un forte controllo sul territorio, e questo ha contribuito a creare un clima di violenza e intimidazione.

Il contesto sociale del Parco Verde è caratterizzato da una serie di fattori che ne rendono difficile l’inclusione e la coesione sociale. Innanzitutto, il quartiere è stato costruito in modo abusivo, con case spesso fatiscenti e in condizioni di degrado. Questo ha contribuito a creare un senso di isolamento e di esclusione sociale tra gli abitanti.

In secondo luogo, il tasso di disoccupazione nel quartiere è molto alto, e questo rende difficile per le persone trovare un lavoro e una prospettiva di vita. La mancanza di lavoro, spesso, porta alla criminalità e alla violenza.

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In terzo luogo, la presenza della criminalità organizzata è un elemento che pesa fortemente sul contesto sociale del Parco Verde. Il clan Moccia controlla il territorio e impone le sue regole, che spesso sono in contrasto con la legge e con i valori della democrazia.

La combinazione di questi fattori ha reso il Parco Verde un quartiere difficile da vivere. Le persone che vi abitano spesso si sentono abbandonate dallo Stato e dalla società, e questo può portare a forme di rassegnazione e di autodistruzione.

Nonostante le difficoltà e i gravi fatti di cronaca, nel quartiere si stanno sviluppando alcune iniziative che cercano di contrastare la criminalità e di promuovere l’inclusione sociale. Tra queste, ci sono progetti di riqualificazione urbana, di sviluppo economico e di promozione della cultura e dello sport. Queste iniziative, se sostenute e rafforzate, possono contribuire a creare un futuro migliore per il Parco Verde e per i suoi abitanti.

Fonte immagine: https://www.facebook.com/photo/?fbid=693134549522763&set=a.460133256156228

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