Strage di Via D’Amelio, Salvatore Borsellino: “Non vogliamo avvoltoi in via D’Amelio”

Strage di Via D’Amelio, Salvatore Borsellino “Non vogliamo avvoltoi in via D'Amelio”

Paolo Borsellino a 31 anni dalla sua uccisione da parte di Cosa Nostra. Il ricordo a Palermo e le parole del fratello Salvatore

Per l’anniversario della strage di Via D’Amelio, il fratello di Paolo Borsellino ha espresso parole dure. Intervenuto da La casa di Paolo, ovvero da quella che era la farmacia di famiglia, Salvatore Borsellino dice chiaramente: “Non vogliamo avvoltoi in via D’Amelio, ipocriti che portino corone e onori fasulli. Ho giurato che non avrei più permesso simboli di morte e parole vuote laddove c’è l’Albero della pace voluto da mia madre”.

Salvatore Borsellino prosegue: “Le esternazioni del ministro Nordio al di là del loro esito, hanno mostrato la volontà di demolire la legislazione pensata da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per dare alle forze dell’ordine, alla magistratura, alla parte sana della società, gli strumenti per combattere la criminalità organizzata”.

E infine chiarisce: “Dalle istituzioni vogliamo solo verità e giustizia e poi potranno onorare Paolo se lo desiderano, in ogni caso non troveranno posto simboli di morte, corone e cuscini di fiori”. Poi annuncia: “Impediremo ipocrite manifestazioni di cordoglio da chi poi fa tutt’altro. Noi non facciamo contestazioni violente: se si presenteranno persone non gradite, diremo la nostra. In via D’Amelio può venire chiunque, l’importante è che si venga come semplici cittadini, non come rappresentanti delle istituzioni. Altrimenti manifesteremo il nostro dissenso, alzando le nostre agende rosse e girandoci di spalle”.

Ieri, è giunta la notizia che Giorgia Meloni non parteciperà all’appuntamento di partito previsto in serata, limitandosi a una puntata mattutina. La motivazione ufficiale sono altri impegni, quella trapelata (ma smentita da Palazzo Chigi) sono ragioni «di ordine pubblico» per il timore di possibili contestazioni.

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Borsellino nacque a Palermo il 19 gennaio 1940. Studiò giurisprudenza all’Università di Palermo e si laureò nel 1962. Dopo la laurea, entrò in magistratura e fu assegnato alla Procura della Repubblica di Palermo. Negli anni ’70, Borsellino iniziò a indagare sulla mafia. Nel 1980, fu nominato membro del pool antimafia, guidato da Giovanni Falcone. Borsellino e Falcone collaborarono a numerose indagini sulla mafia, che portarono all’arresto di numerosi mafiosi. Nel 1992, Borsellino fu nominato procuratore aggiunto alla Procura della Repubblica di Palermo. Pochi mesi dopo, il 23 maggio, Giovanni Falcone fu ucciso in un attentato a Capaci. Borsellino rimase l’unico membro del pool antimafia ancora in vita.

Il 19 luglio 1992, Borsellino fu ucciso in un attentato a Via D’Amelio, a Palermo. Nell’attentato morirono anche cinque agenti di scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina e Claudio Traina. La morte di Borsellino fu un duro colpo per la lotta alla mafia. Borsellino era un magistrato coraggioso e determinato, che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia. La sua morte è un monito per tutti, perché ci ricorda che la mafia è un nemico da combattere senza tregua.

Borsellino è stato un uomo di grande coraggio e determinazione. Ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia, e la sua morte è un monito per tutti. Borsellino è un esempio per tutti, e il suo sacrificio non deve essere dimenticato.

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