“DEANDRÉ#DEANDRÉ Storia di un impiegato”, un film con Cristiano De André

DEANDRÉ#DEANDRÉ. Storia di un impiegato, un film con Cristiano De André

“DEANDRÉ#DEANDRÉ Storia di un impiegato” è il film di Roberta Lena con Cristiano De André fuori concorso a Venezia 78

Evento speciale fuori concorso alla 78a Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia: “DEANDRÉ#DEANDRÉ. Storia di un impiegato”, un film di Roberta Lena con Cristiano De André.

Il racconto inedito sul rapporto speciale tra un padre e un figlio, il loro comune sentire, il commovente passaggio di testimone. Sarà nei cinema italiani solo il 25, 26, 27 ottobre e vede la partecipazione di Dori Ghezzi e Filippo De André. Produzione artistica e arrangiamenti sono di Cristiano De André e Stefano Melone.

Un nuovo tributo a Fabrizio De André. L’omaggio musicale e personale di un figlio all’eredità artistica umana e politica di un grande poeta, testimonianza di un rapporto d’amore profondo. Cristiano De André ha riproposto al pubblico italiano, in un Tour durato due anni, il concept album “Storia di un impiegato”, capolavoro quanto mai attuale di De André, scritto nel 1973 con Giuseppe Bentivoglio e Nicola Piovani. Il film, di Roberta Lena, è un percorso musicale e visivo attraverso quei concerti dal vivo, repertori di lotte sociali, memorie storiche, familiari e filmati inediti.

Un intreccio di storie dove aspirazioni e aneliti di libertà dell’impiegato, convivono con quelli della vita personale e musicale di Cristiano in un discorso sul nostro contemporaneo. La Sardegna più che uno sfondo è luogo del cuore dove emergono i ricordi del passato e le voci del presente. Una sorta di biografia, attraverso
il rapporto speciale tra padre e figlio, del loro comune sentire fino ad arrivare a un riconoscimento simbiotico. Con Cristiano De André, Dori Ghezzi, Filippo De André. Prodotto da Intersuoni, Nuvole Production e Nexo Digital.

La regista Roberta Lena ha dichiarato: “Quando nel 2018 mi è stata affidata la regia dell’opera rock ‘Storia di un impiegato’ mi sono resa conto della potenza e della contemporaneità delle parole contenute nell’album. La storia è una metafora della società di allora ma che sembra un monito al rimanere umani, valido e necessario ancora nella nostra epoca. Nelle gesta dell’impiegato ho ritrovato la parabola di una generazione e un monito per quelle future in un destino umano che si ripete; la violenza come arma inutile e goffa e la necessità ancora oggi di invocare una giustizia sociale in nome di quell’umanità di cui spesso ci riempiamo la bocca qui declinata in parole sapienti, utili a focalizzare concetti di cui riappropriarci“.

E ha aggiunto: “La contemporaneità degli eventi storici in corso durante la messa in scena mi confermava inoltre l’estrema urgenza di riproporre in forma visiva anche per un pubblico cinematografico le parole del grande poeta. Cristiano De André è l’erede di questo patrimonio e in questo passaggio di testimone, uno dei temi principali del docufilm, è insito quel rapporto padre/figlio in cui ognuno può specchiarsi. In una narrazione cinematografica potevo mostrare inoltre cosa significa essere figli di un genio, una domanda che stimola la curiosità dei fans ma non solo“.

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