Attentato a Mosca, arrestate 11 persone. Possibili contatti con Kiev. Salito a 115 il numero delle persone decedute
All’indomani dell’attacco terroristico alla sala concerti Crocus City Hall di Mosca, la tensione con Kiev sale. Nonostante dall’Ucraina sia arrivata la smentita di un coinvolgimento nell’attentato, poi rivendicato dall’Isis, Mosca continua a sostenere il coinvolgimento dello stato ucraino.
L’Ucraina ha bollato le accuse del Cremlino come “Assurde”. Inoltre, per il portavoce della direzione dell’intelligence militare ucraina, Andriy Yusov, il confine tra Russia e Ucraina è «pieno di unità dei servizi di sicurezza e militari». Poi ha spiegato che «anche gli ultimi eventi nella regione di Belgorod e a Kursk, dove c’è attività militare, significano che questa è una prima linea». Quindi, ha aggiunto, «suggerire che sospetti si stessero dirigendo verso l’Ucraina significherebbe dire che sono stupidi o vogliono suicidarsi».
Tuttavia, il quadro si fa sempre più complesso. Nelle ultime ore, fonti russe fanno sapere che undici presunti terroristi sono stati fermati al confine proprio con l’Ucraina. Queste persone «erano intenzionate a passare in Ucraina» e sembra avessero «contatti sul lato ucraino». «L’Ucraina non ha nulla a che vedere con l’attacco terroristico», ha ribadito il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak.
Una delle persone fermate, nell’interrogatorio – secondo quanto riportato da Tgcom24 – “ha ammesso in un primo interrogatorio sommario di avere accettato di partecipare all’azione dopo avere ascoltato circa un mese fa le lezioni di un non meglio precisato “predicatore”, e di essere stato reclutato da un aiutante di quest’ultimo, di cui non conosce il nome. Ma non fa alcun riferimento a contatti con l’Ucraina”.
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Intanto, il bilancio dei morti si è salito a 143. «I servizi di emergenza hanno trovato i corpi di altre vittime sul luogo dell’attacco terroristico al Crocus City Hall durante lo sgombero delle macerie», ha comunicato la Commissione investigativa russa.
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