Unione Europea, primi passi per una normativa sull’Intelligenza Artificiale

Unione Europea, primi passi per una normativa sull'Intelligenza Artificiale

L’Unione Europea sta compiendo i primi passi per dar vita ad una normativa, la prima al mondo, sull’intelligenza artificiale   

Oggi, giovedì 11 maggio, la Commissione europea per il Mercato Interno e la Commissione per le Libertà Civili hanno adottato una bozza di mandato negoziale sulle prime norme in assoluto per l’Intelligenza Artificiale con 84 voti a favore, 7 contrari e 12 astensioni. Nei loro emendamenti alla proposta della Commissione, gli eurodeputati intendono garantire che i sistemi di intelligenza artificiale siano controllati da persone, siano sicuri, trasparenti, tracciabili, non discriminatori e rispettosi dell’ambiente. Vogliono inoltre che la definizione di IA sia uniforme e neutrale dal punto di vista tecnologico, in modo da poter essere applicata ai sistemi di IA di oggi e di domani.

Le norme seguono un approccio basato sul rischio e stabiliscono obblighi per i fornitori e gli utenti a seconda del livello di rischio che l’IA può generare. I sistemi di IA che presentano un livello di rischio inaccettabile per la sicurezza delle persone saranno severamente vietati, compresi i sistemi che utilizzano tecniche subliminali o manipolative intenzionali, sfruttano le vulnerabilità delle persone o sono utilizzati per il social scoring (classificazione delle persone in base al loro comportamento sociale, allo status socio-economico, alle caratteristiche personali).

I deputati hanno modificato in modo sostanziale l’elenco per includere divieti sugli usi intrusivi e discriminatori dei sistemi di IA come:

  • Sistemi di identificazione biometrica remota “in tempo reale” in spazi accessibili al pubblico;
  • Sistemi di identificazione biometrica a distanza “a posteriori”, con l’unica eccezione delle forze dell’ordine per il perseguimento di reati gravi e solo previa autorizzazione giudiziaria;
  • Sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili (ad esempio, sesso, razza, etnia, cittadinanza, religione, orientamento politico);
  • Sistemi di polizia predittivi (basati su profili, ubicazione o comportamenti criminali passati);
  • Sistemi di riconoscimento delle emozioni nelle forze dell’ordine, nella gestione delle frontiere, nei luoghi di lavoro e nelle istituzioni educative.
  • Scorporo indiscriminato di dati biometrici dai social media o dalle telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale (in violazione dei diritti umani e del diritto alla privacy).

Inoltre, è stata ampliata la classificazione delle aree ad alto rischio per includere i danni alla salute, alla sicurezza, ai diritti fondamentali o all’ambiente. Hanno inoltre aggiunto alla lista ad alto rischio i sistemi di IA per influenzare gli elettori nelle campagne politiche e nei sistemi di raccomandazione utilizzati dalle piattaforme di social media (con più di 45 milioni di utenti ai sensi della legge sui servizi digitali).

Infine, sono state introdotte misure di trasparenza come gli obblighi per i fornitori di modelli di fondazione – uno sviluppo nuovo e in rapida evoluzione nel campo dell’IA – che dovrebbero garantire una solida protezione dei diritti fondamentali, della salute e della sicurezza e dell’ambiente, della democrazia e dello Stato di diritto. Dovrebbero valutare e ridurre i rischi, rispettare i requisiti di progettazione, informazione e ambientali e registrarsi nella banca dati dell’UE.

Infine, i modelli di fondazione generativa, come il GPT, dovrebbero rispettare ulteriori requisiti di trasparenza, come la divulgazione del fatto che il contenuto è stato generato dall’IA, la progettazione del modello per evitare che generi contenuti illegali e la pubblicazione di sintesi dei dati protetti da copyright utilizzati per l’addestramento.

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Il correlatore Brando Benifei (S&D, Italia) ha dichiarato: “Siamo sul punto di mettere in atto una legislazione storica che deve resistere alla sfida del tempo. È fondamentale per costruire la fiducia dei cittadini nello sviluppo dell’IA, per definire la strada europea per affrontare gli straordinari cambiamenti che stanno già avvenendo e per orientare il dibattito politico sull’IA a livello globale. Siamo certi che il nostro testo sia in grado di bilanciare la tutela dei diritti fondamentali con la necessità di fornire certezza giuridica alle imprese e di stimolare l’innovazione in Europa”.

Dragos Tudorache (Renew, Romania) ha dichiarato: “Dato il profondo impatto trasformativo che l’IA avrà sulle nostre società ed economie, la legge sull’IA è molto probabilmente l’atto legislativo più importante di questo mandato. È il primo atto legislativo di questo tipo a livello mondiale, il che significa che l’UE può essere all’avanguardia nel rendere l’IA incentrata sull’uomo, affidabile e sicura. Abbiamo lavorato per sostenere l’innovazione dell’IA in Europa e per dare alle start-up, alle PMI e all’industria lo spazio per crescere e innovare, proteggendo al contempo i diritti fondamentali, rafforzando il controllo democratico e assicurando un sistema maturo di governance e applicazione dell’IA.”

Adesso, si tratta solo di una bozza che dovrà essere approvata dall’intero Parlamento, con il voto previsto durante la sessione del 12-15 giugno.

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