Titan, i passeggeri sono tutti morti. Ecco cosa è accaduto al sottomarino

Titan, i passeggeri sono tutti morti. Ecco cosa è accaduto al sottomarino

Titan, i passeggeri sono tutti morti. Ecco cosa è accaduto al sottomarino secondo quanto dichiarato dalla Guardia costiera

Nessun a speranza per i passeggeri e l’equipaggio del Titan, disperso in mare da domenica scora. “Crediamo che l’equipaggio del nostro sommergibile sia morto”, ha fatto sapere OceanGate, proprietaria del sottomarino.

Su cosa sia accaduto al sottomarino la Guardia Costiera americana dà una prima risposta, parlando di “implosione”:  “I detriti sono coerenti con la catastrofica perdita della camera di pressione – ha detto il contrammiraglio John Mauger -. Sulla base di questa determinazione, abbiamo immediatamente informato le famiglie a nome della Guardia Costiera Usa. Le nostre più sentite condoglianze vanno ai cari dell’equipaggio”. Inoltre, la Guardia costiera ha confermato di aver ritrovato alcuni detriti del sottomarino e nello specifico “la coda del Titan“.

In una nota OceanGate dice: “Ora crediamo che il nostro Ceo Stockton Rush, Shahzada Dawood e suo figlio Suleman Dawood, Hamish Harding e Paul-Henri Nargeolet, siano purtroppo morti. Questi uomini erano veri esploratori che condividevano un distinto spirito di avventura e una profonda passione per l’esplorazione e la protezione degli oceani del mondo”. Prosegue la nota: “i nostri cuori sono con queste cinque anime e ogni membro delle loro famiglie durante questo tragico momento. Piangiamo la perdita della vita e la gioia che hanno portato a tutti quelli che conoscevano”.

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“Continueremo a ispezionare l’area dove sono stati trovati i rottami», sottolinea la Guardia Costiera spiegando che «È un caso incredibilmente complesso, questo ambiente è spietato». Sulle cause dell’implosione si hanno ancora poche certezze, non si sa nemmeno quando sia avvenuta, se già domenica al momento della scomparsa dai radar o nei giorni successivi.

Intanto, monta la polemica sulla sicurezza del sottomarino Titan. Arthur Loibl, che ha compiuto lo stesso viaggio sottomarino sul Titan, ha parlato della sua pericolosità, definendola  una «operazione kamikaze»: «Immaginate un tubo lungo pochi metri con una lastra di metallo come pavimento. Non si può stare in piedi, non ci si può inginocchiare. Si sta seduti praticamente uno sopra l’altro. Ero un po’ ingenuo, guardando indietro è stata una operazione kamikaze».

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