Suicidio di Rita Atria, la sorella: “mia sorella non si è suicidata”

Suicidio di Rita Atria, la sorella mia sorella non si è suicidata

Suicidio di Rita Atria, la sorella: “mia sorella non si è suicidata”. Chiesta la riapertura del caso del suicidio avvenuto dopo l’assassinio di Paolo Borsellino

Rita Atria (4 settembre 1974 – 26 luglio 1992) è stata una testimone di giustizia italiana. Si suicidò a 17 anni una settimana dopo la strage di via D’Amelio, in cui perse la vita il magistrato antimafia Paolo Borsellino, proprio perché, avendo grande fiducia in Borsellino, aveva deciso di collaborare alle indagini contro Cosa nostra.

Oggi, in occasione dell’anniversario della Stage di Via D’Amelio, in cui morì Paolo Borsellino e i membri della scorta, la sorella di Rita, Anna Maria Rita Atria chiede la riapertura del caso. In una intervista a Tgcom24, la donna dice: “Vorrei sapere cosa è successo davvero a mia sorella. Ci dissero che si era suicidata per il dolore causatole dalla morte del magistrato Paolo Borsellino. Ma io non ne sono convinta”. Poi aggiunge: “Vorrei trovare il fidanzatino di Rita, Gabriele. E anche una istruttrice di nuoto, Ivana. Con loro si confidava. Potrebbero aiutarmi a fare chiarezza”.

La loro testimonianza potrebbe essere fondamentale: “Nessuno ha mai indagato sul serio sull’accaduto e ci sono tante stranezze intorno a questa morte. È importante che Gabriele e Ivana si facciano vivi, che ci dicano che cosa sanno e ci aiutino a capire che cosa è successo a Rita. Potrebbero dare un importante contributo nella ricerca della verità. In fondo un po’ glielo devono, se non altro per il coraggio che mia sorella ha avuto nel portare avanti le sue scelte. Scelte che ha pagato con la vita”.

Nel suo diario, Rita Atria, dopo la morte di Borsellino, aveva scritto: “Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita. Tutti hanno paura, ma io l’unica cosa di cui ho paura è che lo Stato mafioso vincerà e quei poveri scemi che combattono contro i mulini a vento saranno uccisi… Borsellino, sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta”.

Lo scorso anno, Anna Maria Rita Atria ha presentato, insieme alla  co-fondatrice dell’Associazione antimafia Rita Atria, Nadia Furnari, un esposto alla Procura di Roma per chiedere la riapertura delle indagini sulla morte di sua sorella.

Atria nacque a Partanna, in provincia di Trapani, il 4 settembre 1974. Figlia di Vito Atria, un mafioso, e Giovanna Cannova, fu cresciuta in un ambiente violento e pericoloso. A soli 11 anni vide uccidere suo padre da un gruppo di sicari mafiosi. Dopo la morte del padre, Atria si trasferì a Roma con la madre e la sorella minore.

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Nel 1992, Atria decise di collaborare con la giustizia. Decise di farlo dopo aver visto morire il suo amico e mentore, il magistrato Paolo Borsellino. Atria testimoniò contro i suoi parenti mafiosi e fornì informazioni importanti alle indagini della polizia.

La collaborazione di Atria con la giustizia fu un duro colpo per Cosa nostra. Il suo coraggio e la sua determinazione ispirarono molte altre persone a denunciare la mafia.

Atria si suicidò a Roma il 26 luglio 1992, una settimana dopo la strage di via D’Amelio. Aveva 17 anni.

La morte di Atria fu un tragico evento, ma la sua storia è un esempio di coraggio e determinazione. Rita Atria è un simbolo della lotta contro la mafia e la sua storia continuerà a ispirare le persone a denunciare il crimine e a lottare per la giustizia.

Ecco alcuni dei motivi per cui Atria è diventata un simbolo della lotta contro la mafia:

  • Era una ragazza giovane e fragile che ha trovato la forza di denunciare i suoi parenti mafiosi, nonostante le minacce di morte.
  • Ha testimoniato coraggiosamente contro Cosa nostra, fornendo informazioni importanti alle indagini della polizia.
  • La sua morte è stata un duro colpo per Cosa nostra e ha ispirato molte altre persone a denunciare la mafia.

La storia di Rita Atria è un monito per tutti noi. Ci ricorda che la mafia è un’organizzazione criminale pericolosa che deve essere combattuta con tutti i mezzi. Dobbiamo essere coraggiosi e determinati come Rita Atria, se vogliamo costruire un mondo più giusto e libero dalla mafia.

Fonte immagine: https://www.facebook.com/PietroGrasso/photos/pb.100044635410174.-2207520000./3385486738136225/?type=3

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