Smart working, si va verso la proroga per il 2023, ma non per tutte le categorie di lavoratori. Ecco a chi spetterà
Le legge sullo smart working potrebbe essere rinnovata anche per il 2023, ma sarà indirizzata solo a determinate categorie. Ovvero: lavoratori fragili e lavoratori con figli fino a 14 anni di età, sia nel pubblico come nel privato. La misura non è ancora una certezza, ma è allo studio del Governo. A confermarlo è Il Sole 24 Ore che riporta le intenzioni espresse dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon.
La proroga potrebbe essere introdotta già nel prossimo decreto Mille proroghe, sotto le voci che favoriscono la prevenzione dalla diffusione da contagi Covid sul luogo di lavoro. L’agevolazione, infatti, per queste categorie scade proprio a fine dicembre e per questo il Governo è orientato ad intervenire subito. La decisione finale potrebbe arrivare nei prossimi giorni, dopo l’interlocuzione con il ministro della Pubblica Amministrazione, Marina Elvira Calderone.
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Il rinnovo, tuttavia, è possibile solo se le mansioni svolte non risultino del tutto incompatibili con il ricorso al lavoro agile. Nel frattempo molte imprese – dice sempre Il Sole 24 Ore – hanno stretto “accordi aziendali con i sindacati per disciplinare il ricorso allo smart working, prevedendo generalmente 2 o 3 giorni di lavoro da remoto, alternati con giornate in presenza”.
Intanto, con una nota del 24 novembre scorso il Ministro Calderone ha prolungato la data di scadenza per l’adempimento delle comunicazioni di lavoro agile al 1° gennaio 2023. In Ministero “informa inoltre che dal 15 dicembre 2022 sarà resa disponibile una modalità alternativa per l’inoltro massivo delle comunicazioni di lavoro agile mediante l’applicativo informatico, che consentirà, tramite un file Excel, di assolvere ai predetti obblighi in modo più semplice e veloce”.
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