Mirella Gregori come Emanuela Orlandi: “necessaria la Commissione parlamentare d’inchiesta”

Mirella Gregori come Emanuela Orlandi necessaria la Commissione parlamentare d'inchiesta

Mirella Gregori come Emanuela Orlandi. La sorella di Mirella: “necessaria la Commissione parlamentare d’inchiesta”

Mirella Gregori, come Emanuela Orlandi, scomparve da Roma il 7 maggio 1983. L’avvenimento fu collegato alla sparizione di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana anch’ella quindicenne, che scomparve un mese e mezzo più tardi. Nessuna delle due ragazze è mai stata ritrovata.

Oggi, la sorella di Mirella, Maria Antonietta Gregori, lancia un appello attraverso le pagine di Tgcom24. La donna rifiuta la possibilità che la ragazza si sia allontanata volontariamente: “Mirella era una ragazzina di quindici anni del 1983, un’epoca in cui a quell’età si era ancora bambine. Certo, aveva anche lei le prime cotte, un fidanzatino. Per esempio, le piaceva Alessandro, un suo ex compagno di classe. Il giorno in cui scomparve, era appena tornata a casa da scuola quando suonò il citofono. Erano circa le 14 e mia sorella non aveva ancora pranzato. Rispose lei. Mamma la sentì dire: ‘Se non mi dici chi sei, non scendo’. Sembrava contrariata. Poi disse che a cercarla era proprio Alessandro e che lo avrebbe incontrato presso il monumento al bersagliere di Porta Pia, che si trova non lontano da casa nostra”.

Poi aggiunge la ricostruzione dei fatti il giorno della scomparsa: “Mirella uscì dicendo che sarebbe rimasta fuori solo una mezz’oretta. Infatti, più tardi sarebbe dovuta andare con alcune amiche a comprare un regalo per la festa della mamma. All’appuntamento, però, non si presentò. Una delle ragazzine telefonò a casa per chiedere di lei. Mamma si preoccupò e mi mandò a cercarla al bar sotto casa. Qui una sua amica, che aveva diciassette anni, mi disse che Mirella era andata a Villa Torlonia a suonare la chitarra. Il che mi lasciò perplessa: mia sorella non sapeva suonare. Sono andata a cercarla nei luoghi che frequentavamo, a Villa Torlonia e poi anche negli ospedali”.

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Infine su Alessandro spiega che fu contattato: “Lo fece mia madre, ma il ragazzo non era in casa. Più tardi, quella sera, fu lui a chiamare e disse che non vedeva Mirella da due anni e che non era stato lui a cercarla al citofono. Il che ci fece preoccupare ancora di più. Quella stessa sera denunciammo la scomparsa. In seguito, abbiamo sempre pensato che il nome di Alessandro sia stato usato come esca per attirare mia sorella e rapirla”.

Maria Antonietta Gregori denuncia: “Nessuno ha mai cercato Mirella sul serio. All’epoca la polizia e i carabinieri non fecero nulla perché pensavano che si fosse allontanata volontariamente e che, prima o poi, sarebbe tornata”.

Sulle piste investigative dice la donna: “All’epoca ci dissero che Mirella poteva essere rimasta vittima di una ‘tratta delle bianche’, cioè di malviventi che rapivano le ragazze e le costringevano a prostituirsi anche all’estero. Mia madre ha rimuginato per anni su un episodio avvenuto nel bar di famiglia il giorno prima che Mirella sparisse”. Spiega la Gregori: “Quel giorno c’era una festa nel nostro locale. Arrivarono due uomini, due brutti ceffi, e insistettero per fare delle foto. Mamma li allontanò. Ma notò che, prima di andare via, uno dei due aveva indicato Mirella con un gesto della spalla”.

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Infine, auspica la Commissione d’inchiesta parlamentare: “Spero che i lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta su mia sorella ed Emanuela Orlandi vengano avviati prima della pausa estiva del Parlamento. E che non ci lascino fino a settembre con il dubbio che alla fine non se ne farà più niente”. “Questa è la prima volta che le istituzioni italiane si interessano alla storia di mia sorella, il che ci fa piacere, poiché abbiamo sempre avuto l’impressione che Mirella fosse una cittadina di serie B in attesa di sapere come andrà a finire in Parlamento, insieme al mio avvocato ci stiamo attivando anche per fare riaprire un’inchiesta in Procura”.

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