Pio La Torre e Rosario Di Salvo, Mattarella: “La Repubblica li ricorda con rispetto”

Pio La Torre e Rosario Di Salvo, Mattarella “La Repubblica li ricorda con rispetto”

Pio La Torre e Rosario Di Salvo, Mattarella nel 42° anniversario dell’attentato: “La Repubblica li ricorda con rispetto”

Pio La Torre, politico e sindacalista italiano, figura simbolo della lotta contro la mafia, fu vittima di un cruento attentato il 30 aprile 1982 a Palermo. Alle ore 19:15, Pio La Torre, a bordo della sua Fiat 125, stava tornando a casa con il suo autista e guardia del corpo, Rosario Di Salvo, dopo una giornata di lavoro. All’incrocio con viale Lincoln, l’auto di La Torre fu intercettata da un commando mafioso a bordo di una motocicletta e di un’Alfa Romeo. I sicari aprirono il fuoco con kalashnikov e pistole, centrando entrambi gli uomini a bordo dell’auto. La Torre fu colpito da circa 30 proiettili, Di Salvo da una decina. I malviventi esplosero alcuni colpi di lupara in aria per intimorire i passanti e scapparono a folle velocità.

Pio La Torre e Rosario Di Salvo morirono sul colpo. L’omicidio fu commissionato da Cosa Nostra come ritorsione per l’incessante impegno di La Torre nella lotta alla mafia. Era un politico lungimirante che aveva capito la pericolosa commistione tra mafia e politica, e si batteva con tenacia per estirpare il fenomeno mafioso dalla società siciliana.

L’attentato suscitò sgomento e indignazione in tutta Italia. I funerali di La Torre e Di Salvo furono imponenti manifestazioni di cordoglio e partecipazione popolare. Oggi, nel 42° anniversario dell’attentato, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha diffuso un messaggio: «Nel 42° anniversario dell’uccisione per vile mano mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, le Istituzioni e la società civile si uniscono nell’esprimere sentimenti di grande riconoscenza alla loro memoria. La fermezza e l’abnegazione nel contrastare la criminalità organizzata ne fanno figure emblematiche dei valori di giustizia e legalità che sono a fondamento di una convivenza civile basata sullo Stato di diritto».

Prosegue il Capo dello Stato: «La lotta alle mafie necessita soprattutto dell’acuta consapevolezza della loro pervasività, in particolare da parte delle giovani generazioni, al fine di consolidare quei principi alla base di una società costruita sul rispetto della dignità di tutti i cittadini e libera da ogni forma di intimidazione. In questo spirito, esprimo apprezzamento per il Progetto Educativo Antimafia che si prefigge di promuovere tra gli studenti i valori che Pio La Torre e Rosario Di Salvo hanno testimoniato con tenacia e sacrificio. La Repubblica li ricorda con rispetto».

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Il sacrificio di Pio La Torre non fu vano. La sua lotta contro la mafia ha ispirato generazioni di attivisti e ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità del fenomeno mafioso. La legge 646/1982, meglio conosciuta come “legge Rognoni-La Torre”, da lui fortemente voluta, introdusse per la prima volta il reato di associazione mafiosa e rappresentò un punto di svolta nella lotta alla criminalità organizzata.

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