Impagnatiello a processo, tenterà la carta dell’infermità mentale?

Impagnatiello a processo, tenterà la carta dell’infermità mentale? Ecco la possibile mossa per cercare di evitare l’ergastolo

Il prossimo 18 gennaio Alessandro Impagnatiello sarà in tribunale per rispondere del femminicidio di Giulia Tramontano, sua fidanzata incinta del piccolo Thiago. A Impagnatiello la Procura contesta l’omicidio aggravato dai futili motivi, dalla crudeltà, dal vincolo della convivenza e la premeditazione.

A difenderlo due legali donne, che potrebbero scegliere di giocare la carta dell’infermità mentale, attraverso una perizia psichiatrica. Negli ultimi mesi Impagnatiello ha ricevuto nel carcere di San Vittore, dove è detenuto, la visita di un consulente psichiatrico. Lo scopo è capire se vi sono gli estremi per chiedere alla Corte un esame sulle sue condizioni psichiche.

Nel trascorso di Impagnatiello, come riporta il Corriere della Sera, tuttavia non risultano episodi particolari o precedenti terapie. Questo non esclude però che la perizia venga lo stesso richiesta per comprendere le condizioni psichiche dell’imputato al momento del delitto. La procura sostiene invece l’assoluta lucidità del piano di Impagnatiello. Gli inquirenti sono convinti che l’uomo abbia premeditato il piano per «liberarsi» della compagna, a testimoniarlo le ricerche su internet nei giorni precedenti il delitto e i tentativi di avvelenamento nel tempo.

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Un’altra ipotesi potrebbe essere, relativamente ai tentativi di avvelenamento, secondo cui il 30enne non aveva intenzione di uccidere Giulia ma solo di provocare l’aborto e che il delitto sia stato un gesto d’impeto, istigato dall’incontro tra le due donne tradite.

Infine, le legali dell’imputato potrebbero richiedere anche l’accesso alla giustizia riparativa che non avrebbe effetti diretti sulla condanna ma solo sulle pene accessorie.