Ex vigilessa uccisa, l’ipotesi è quella del femminicidio

Ex vigilessa uccisa da un colpo di pistola alla testa dal collega. La dinamica

Ex vigilessa uccisa, l’ipotesi è quella del femminicidio. Ecco gli aspetti che non convincono gli inquirenti

La Procura di Bologna sarebbe orientata a considerare la morte di Sofia Stefani, ex vigile di Anzola dell’Emilia, in provincia di Bologna, come un femminicidio e non come un incidente. La giovane 33enne è stata colpita dall’arma d’ordinanza dell’ex comandante Giampiero Gualandi, ora fermato per omicidio volontario.

«Mi auguro davvero sia stato un tragico incidente» ha detto il padre della giovane, Bruno Stefani, al Corriere della Sera, ma il forte sospetto è che sia l’ennesima donna morta «per la mano violenta di un uomo».

Gualandi ha parlato da subito di un colpo partito accidentalmente mentre puliva l’arma di ordinanza, «È stato un incidente, mi ha aggredito, stavo pulendo l’arma ed è partito un colpo» avrebbe dichiarato al pm. Secondo quanto dichiarato, Gualandi aveva deciso di rompere la relazione, ma lei non si rassegnava.

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Una versione che sarebbe confermata da alcuni messaggi ritrovati dai carabinieri sul telefono della donna. Tuttavia, gli inquirenti hanno dubbi sull’ipotesi del colpo accidentale. Questo perché, come riporta il Corriere della Sera, “Gualandi non presta servizio in pattuglia all’esterno, non aveva motivo di avere la pistola con sé né di pulirla e soprattutto di tenerla carica. L’ha presa dalle cassette di sicurezza in centrale mezz’ora prima che la donna arrivasse. Un’ipotesi è che volesse spaventarla. Il suo avvocato Claudio Benenati assicura che «si è trattato di una tragedia, non è un femminicidio»”.

La Procura ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima, per capire la traiettoria dello sparo, che ha colpito Sofia sotto un occhio.

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