Giorgia Meloni: l’immigrazione “una sfida europea che richiede risposte europee”

Giorgia Meloni l'immigrazione una sfida europea che richiede risposte europee

Giorgia Meloni ha riferito in Parlamento sulla questione immigrazione: “una sfida europea che richiede risposte europee”

Questa mattina, 28 giugno, la premier Giorgia Meloni ha conferito in Aula alla Camera in vista del Consiglio europeo, che “dovrà esprimere segnali ambiziosi di una Europa capace di proteggere imprese e cittadini”.

Il tema centrale sarà quello delle migrazioni. In particolare, ha detto Giorgia Meloni: “Il vero nodo della questione per noi rimane uno: distinguere i migranti economici da chi ha diritto invece alla protezione internazionale. Sono due materie molto diverse che per anni sono state colpevolmente sovrapposte. E questa mancata distinzione, che era soprattutto figlia di calcoli ideologici, ha avuto il paradosso di indebolire enormemente la possibilità di aiutare chi ne aveva diritto per favorire le organizzazioni criminali che gestiscono la tratta di esseri umani. Allora per noi la difesa dei confini esterni è l’aspetto fondamentale. Chi ha dato fiducia a me e a questo Governo si aspetta risultati concreti nel contrasto all’immigrazione irregolare, e li avrà. E non importa se servirà tempo per ottenerli, perché i risultati ai quali stiamo lavorando saranno strutturali e duraturi. Questo è l’impegno che ci siamo assunti, questo è quello che faremo”.

Giorgia Meloni ha poi sottolineato l’importanza “della difesa dei confini esterni dell’Unione europea”. Ha detto la Meloni “se non si contrasta l’immigrazione illegale prima che giunga sulle nostre coste, è impossibile realizzare una politica di migrazione e di asilo giusta ed efficace. E una civiltà come la nostra non può lasciare agli schiavisti del ventunesimo secolo, trafficanti senza scrupoli che lucrano sulle vite umane, il potere di decidere chi entra e chi no in Europa. L’immigrazione irregolare di massa non ha niente di umano e solidale. E colpisce i più deboli, i più fragili, a partire da coloro che avrebbero diritto ad essere accolti”.

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In un altro passaggio del suo discorso, ha detto: “Si comincia cioè a comprendere che se si vuole affrontare alla radice il problema dell’immigrazione ci si deve porre il tema dello sviluppo dell’Africa, con la sua popolazione in crescita, le sue sfide e le sue opportunità. Una vasta regione che possiede risorse – a partire da quelle energetiche – cruciali per l’Europa, che tuttavia dovrebbero, prima di tutto, andare a beneficio dei popoli che ne sono detentori. Uno sviluppo che deve essere finalizzato a valorizzare il capitale umano e la crescita di un tessuto produttivo locale, solido e autosufficiente”.

“L’obiettivo – sottolinea Meloni – è ambizioso ma molto chiaro: garantire prosperità, pace e amicizia duratura. Con un modello di cooperazione allo sviluppo che deve essere paritario e non predatorio”.

Infine, una esortazione, nonostante i passi già fatti “serve anche un segnale del Consiglio europeo per consolidare con ulteriori progressi, in vista del negoziato col Parlamento europeo, l’intesa che è stata raggiunta al Consiglio Giustizia e Affari Interni sulle proposte di regolamento in materia di asilo e migrazione volte a superare le regole di Dublino, regole che ormai sono considerate da tutti superate, ma che per nazioni come la nostra, che difendono i confini esterni dell’Unione europea, diventano addirittura potenzialmente rischiose, perché ci espongono a flussi illegali crescenti, con il portato di tragedie che continuiamo a vedere nel Mediterraneo. Le proposte che abbiamo concordato, certamente da perfezionare, vanno però nella giusta direzione: rendono le responsabilità per i Paesi di primo ingresso più sostenibili, valorizzano il concetto di Paese terzo sicuro, prevedono un meccanismo di solidarietà permanente e vincolante, pur con elementi di flessibilità nei suoi contenuti. Proponevano che gli Stati che dovessero rifiutare i ricollocamenti dei migranti pagassero quelli che dovevano ricollocare i migranti. Ma io non avrei mai accettato di essere pagata per trasformare l’Italia nel campo profughi d’Europa. Quello che abbiamo chiesto e ottenuto è che quelle risorse alimentino invece un fondo per difendere i confini esterni. Non per gestire l’immigrazione illegale, ma per contrastarla”.

Fonte immagine: https://www.governo.it/it/media/consiglio-europeo-le-comunicazioni-del-presidente-meloni-parlamento/23004

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