Femminicidio di Vanessa Ballan, il pm: ci sono “elementi di premeditazione”

Vanessa Ballan

Femminicidio di Vanessa Ballan, il pm: ci sono “elementi di premeditazione, ma caso fu valutato non urgente”

L’assassino di Vanessa Ballan è stato arrestato nella tarda serata del 19 settembre e portato in carcere ieri. Il 41enne Bujar Fandaj, di origini kosovare, ha ucciso con almeno sette coltellate la donna, incinta di sette mesi.

Il procuratore capo di Treviso, Marco Martani, ha detto: “Ci sono elementi per contestare la premeditazione”. Poi sulla denuncia per stalking che la donna aveva fatto ha aggiunto: “C’erano elementi forse per un pericolo di attività persecutoria e molesta, ma non per un divieto di avvicinamento. Dopo una perquisizione eseguita nella sua abitazione dopo la querela, da parte di Fandaj non c’erano più stati episodi di molestie, di avvicinamenti o minacce. La valutazione fatta – ha concluso Martani – era di non urgenza, cosa purtroppo che si è rivelata infondata. L’unica misura che avrebbe potuto impedire l’aggressione sarebbe stata la custodia cautelare in carcere, un provvedimento per sostenere il quale non vi erano oggettivamente elementi sufficienti”.

Nei confronti di Bujar Fandaj la Procura ipotizza i reati di omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione, dai pregressi rapporti affettivi, dall’aver ucciso una donna incinta e al termine di atti di persecuzione. “Restando fermi questi elementi – ha aggiunto il procuratore – la pena è l’ergastolo e viene precluso il ricorso al rito abbreviato”.

Inoltre, Martani ha riferito che Fandaj aveva attivato una nuova utenza telefonica il giorno prima del delitto: “Si è avvicinato alla casa con la bicicletta e non con la sua auto, probabilmente per non farsi riconoscere, e aveva un borsone dove aveva un martello, due coltelli, e altri attrezzi da scasso, con un coltello simile a quello che è stato trovato in cucina, e che è l’arma del delitto”.

“Ci sono indizi gravi di un pericolo di fuga insito nel suo comportamento dopo l’omicidio e indubbi elementi di pericolosità sociale, per il fatto e la ferocia con cui ha agito”, ha aggiunto il procuratore.

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Conclude: “Ci aveva telefonato ieri sera intorno alle 21.00, ammettendo il fatto, e questo per noi ha valore confessorio. Aveva detto che si sarebbe costituito ai carabinieri di Riese, ma per noi era un tentativo di depistaggio. Aveva detto che si trovava nei campi lì intorno, ma era in una zona diversa. I carabinieri non hanno mai cessato di sorvegliare l’abitazione con una pattuglia in borghese, e si sono accorti del suo rientro a casa in ora notturna e lo hanno sottoposto a fermo. Non si è detto disponibile all’interrogatorio del pm, ed è stato associato alla casa circondariale”.

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