Caso Yara Gambirasio, il pm Letizia Ruggeri indagata per depistaggio

Caso Yara Gambirasio

Caso Yara Gambirasio, il pm Letizia Ruggeri indagata per depistaggio. Alla base la cattiva conservazione dei campioni di DNA

Letizia Ruggeri è il pm di Bergamo che portò alla chiusura del caso di Yara Gambirasio, la giovane di Brembate uccisa da Massimo Bossetti, sarà indagata per depistaggio. L’ipotesi di indagine nasce nello stesso filone che portò sotto indagine il presidente della Corte d’Assise Giovanni Petillo e la funzionaria dell’ufficio corpi di reato Laura Epis – poi scagionati – per il deterioramento dei 54 campioni di DNA prelevati nel corso delle indagini. L’accusa arrivò dopo la denuncia di Bossetti. Ora a predisporre la nuova indagine è il gip di Venezia Alberto Scaramuzza che ha ordinato la trasmissione degli atti al pm della procura di Venezia perché proceda  con l’iscrizione nell’apposito registro.

La notizia è stata riportata da Adnkronos, che ha scritto: “A fronte di una denunzia-querela e di un atto di opposizione della difesa dell’uomo condannato in via definitiva all’ergastolo, “in buona parte indirizzati nei riguardi proprio di comportamenti del pm Letizia Ruggeri si impone – scrive il gip – la necessità di un’estensione soggettiva dell’iscrizione nei suoi confronti” in relazione al reato di frode in processo penale e depistaggio (articolo 375 del codice penale), reato punito con il carcere da 3 a 8 anni, per chi “immuta artificiosamente il corpo del reato ovvero lo stato dei luoghi, delle cose o delle persone connessi al reato”.

Lo scopo è quello di “permettere al pm una compiuta valutazione anche della sua posizione in relazione a tutte le doglianze dell’opponente, che richiedono un necessario approfondimento, sia al fine di permettere alla stessa un’adeguata difesa”. Secondo l’avvocato di Bossetti spostando dal frigorifero dell’ospedale San Raffaele di Milano i campioni di DNA e portandoli all’ufficio Corpi di reato del tribunale di Bergamo si è interrotta la catena del freddo, permettendone così il deterioramento e rendendo vano qualsiasi eventuale tentativo di nuove analisi.

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Il procuratore di Bergamo Antonio Chiappani ha detto al Corriere della Sera: «Ho appreso da Adnkronos del provvedimento del gip di Venezia di trasmissione degli atti a quella procura perché provveda all’iscrizione nel registro notizie di reato del nominativo del pm Letizia Ruggeri per frode processuale in relazione alla conservazione dei 54 campioni residui di DNA rinvenuti sugli indumenti indossati da Yara Gambirasio».

Poi aggiunge: «Resto francamente sorpreso che dopo 3 gradi di giudizio, dopo 7 rigetti dei giudici di Bergamo sia all’analisi che alla verifica dello stato di conservazione dei reperti e dei campioni residui di Dna, dopo che nei tre gradi di giudizio era stata respinta la richiesta difensiva di una perizia sul Dna, dopo la definitività della sentenza sopravvenuta nell’ottobre 2018 che ha accertato la colpevolezza dell’autore dell’omicidio di Yara, e dopo che era passato più di un anno da tale definitività, si imputi ora al pm il depistaggio in relazione alla conservazione delle provette dei residui organici, rimasti regolarmente crio-conservati in una cella frigorifera dell’Istituto San Raffaele fino a novembre 2019, quindi oltre un anno dopo il passaggio in giudicato della sentenza della condanna, e solo successivamente confiscati come prevede il codice di procedura».

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