Caso Giovanna Pedretti, la madre di Tiaziana Cantone: “lei come mia figlia”

Caso Giovanna Pedretti, la madre di Tiaziana Cantone lei come mia figlia

Caso Giovanna Pedretti, la madre di Tiaziana Cantone: “lei come mia figlia”. Poi annuncia la sua battaglia per la giustizia

Sulla morte di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Lodi morta presumibilmente suicida, si è espressa anche la madre di Tiziana Cantone, morta il 13 settembre 2016 dopo essersi impiccata per la diffusione di video intimi.

Teresa Giglio, la madre di Tiziana, ha detto all’Adnkronos: “La gogna dei social uccide, perché lì non si pesano le parole, tanto nessuno viene punito, soprattutto se si utilizzano profili anonimi. Quelle parole possono uccidere due volte: prima l’anima e poi la persona. Vedo un parallelo tra Giovanna e Tiziana”.

“Ormai – continua Teresa Giglio – il web è stato trasformato in una Santa Inquisizione, dove ognuno punta il dito e dove non si pesano le parole, senza pensare all’altra persona. Ad esempio, vorrei sapere cosa importava ad alcuni influencer puntare il dito contro quella povera ristoratrice o scoprire se quella recensione fosse vera o fasulla. Cosa cambiava? Eppure sanno che effetto hanno determinate frasi, che influenzano l’opinione pubblica, scatenano le gogne social, provocano gli odiatori e rischiano di distruggere la vita di una persona. Prima di emettere la propria sentenza, perché non pensano alla persona dall’altro lato? Loro non sanno le fragilità che esistono in ognuno di noi o quelle che si possono creare nel momento in cui scatenano i commenti carichi di odio dei loro follower”.

Sulla vicenda che coinvolse la figlia, ha detto la signora Teresa: “Mia figlia subì un duplice omicidio: prima una gogna social, che la uccise nell’anima e nell’identità e la spinse addirittura a cambiare cognome, poi l’omicidio vero e proprio. Allora, se si è trattato di suicidio come sostengono gli inquirenti, ciò è avvenuto a causa della gogna mediatica innescata dai detentori della verità assoluta. Negli anni, in tanti si sono espressi su mia figlia, ma nessuno sapeva chi fosse davvero Tiziana. Nessuno sapeva le sue fragilità”.

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Poi parla della sua volontà a non arrendersi nella ricerca di giustizia: “Avevo deciso di non parlare, ma ora voglio ribadire che non mi fermo, la mia battaglia per ottenere giustizia e verità per mia figlia andrà avanti. Non ci sono prove per sostenere che si tratti di omicidio, ma non ce ne sono neanche per sostenere che si tratti di suicidio, visto che non furono fatti rilievi e che quella pashmina sottile non è mai stata sigillata, ma fu conservata in una busta della spesa”

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