Caso Alessia Pifferi, indagate due psicologhe e la sua legale

Alessia Pifferi

Caso Alessia Pifferi, indagate due psicologhe e la sua legale. Le accuse sono di favoreggiamento e falso ideologico 

Nuova bufera nel caso di Alessia Pifferi, la donna che lasciò morire di stenti la figli per trascorrere una settimana con il compagno. Questa volta nell’occhio del ciclone, o meglio degli investigatori, sono finite due psicologhe del carcere di San Vittore e la legale della donna.

Le accuse sono di favoreggiamento e falso ideologico. Secondo quanto emerso dalle indagini, le due psicologhe avrebbero manipolato Alessia Pifferi per giungere ad una diagnosi che avrebbe garantito alla donna «una tesi alternativa difensiva». Dunque, il presunto falso ideologico riguarderebbe «il diario clinico» redatto dalle psicologhe, quello secondo cui Alessia Pifferi «aveva un quoziente intellettivo pari a 40 e quindi un “deficit grave”».

«Il test psicodiagnostico di Wais al tal fine somministrato» non era però, per il pm, «fruibile né utilizzabile a fini diagnostici e valutativi, in quanto non rispondente alle metodiche di somministrazione e documentazione previste dalla manualistica e dalle buone prassi di riferimento». Inoltre, il Corriere della Sera riporta le conclusioni del pm, secondo cui «gli esiti del test erano incompatibili con le caratteristiche psichiche effettive della detenuta, per come emergenti anche dagli stessi colloqui intercorsi in carcere tra la Pifferi e le due psicologhe, colloqui anch’essi falsamente annotati nel diario clinico, con riferimento ai presupposti del “monitoraggio” a cui la Pifferi veniva sottoposta, in realtà inesistenti giacché la donna non era un soggetto a rischio di atti anticonservativi e si presentava lucida, orientata nel tempo e nello spazio, nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali e determinata».

In definitiva, le due psicologhe sembra abbiano voluto «fornire così alla Pifferi, falsificando l’anzidetta diagnosi, una base documentale che le permettesse di richiedere e ottenere in giudizio – eventualmente con il filtro di un’ulteriore consulenza di parte – la tanto agognata perizia psichiatrica sulla di lei imputabilità».

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Dalle perquisizioni a casa delle due psicologhe, è stato rinvenuto a casa di una delle due la presenza di farmaci e di 1omila euro in contante di cui si dovrà scoprire la provenienza.

Il caso non sembra essere circoscritto alla sola Pifferi, ma riguarderebbe anche altri pazienti trattati dalle psicologhe. Dalle intercettazioni, sarebbe emerso che una delle psicologhe di 58 anni “avrebbe detto che con la sua attività voleva scardinare il sistema, «goccia dopo goccia», salvando quelle che lei riteneva vittime della giustizia”.

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