Ex vigilessa uccisa, il legale di Gualandi: “non è stato un gesto intenzionale”
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Ex vigilessa uccisa, il legale di Gualandi: “non è stato un gesto intenzionale. Lui non sapeva che lei stesse arrivando, è arrivata all’improvviso”
«È contestato nel capo di imputazione che la povera Sofia, a cui dobbiamo tutti portare rispetto, non accettava la fine della relazione ed era molto arrabbiata rispetto a questa cosa». Lo ha spiegato l’avvocato Claudio Benenati, difensore di Gualandi, al termine dell’udienza di convalida davanti al Gip in tribunale a Bologna.
Gualandi deve rispondere delle accuse di omicidio volontario aggravato di Sofia Stefani, l’ex vigilessa morta con un colpo di arma da fuoco al viso. Per la difesa, «non è stato un gesto intenzionale». Poi aggiunge il legale che «la responsabilità per l’omicidio colposo è fuori discussione, il problema è l’intenzionalità, anche da un punto di vista logico». «Lui non sapeva che lei stesse arrivando, è arrivata all’improvviso», ha spiegato il legale, che informa: «facciamo tutti gli accertamenti tecnici, la perizia balistica, ma non diamo per assodato e per certo che qui siamo di fronte ad un omicidio volontario».
Nel corso dell’ora e mezza di interrogatorio, Gualandi ha confermato al gip le stesse cose dette la sera dell’incidente. Giovedì 16 maggio Sofia è andata nel suo ufficio, lui aveva con sé la pistola d’ordinanza che stava pulendo, c’è stata la breve colluttazione e il colpo l’ha ferita mortalmente: «Tutto è durato tre minuti».
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«Siamo di fronte a un grave caso di omicidio che ha portato via ai suoi cari e a tutta la comunità una giovane vita che guardava al mondo con fiducia e speranza e che ha trovato la morte in un luogo che per sua natura dovrebbe essere sicuro. Ora i familiari sono distrutti ma anche consapevoli della necessità di andare fino in fondo nel raggiungimento di verità e giustizia», ha invece dichiarato l’avvocato Andrea Speranzoni, difensore dei genitori di Sofia Stefani.
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