Claudio Cecchetto: «Pezzali è un ingrato e ho inventato io il nome di Amadeus»

Cecchetto

Talent scout, produttore e conduttore ha parlato della sua carriera

Claudio Cecchetto non ha filtri e si racconta parlando della sua carriere e delle persone incontrate durante tutti questi anni.

Lo fa dalle pagine di Corriere della Sera, parlando pure del suo look e dei capelli lunghi: «Da ragazzino andavano di moda i capelloni, invece papà mi obbligava a tagliarli. Mi dava 800 lire, ne spendevo 400 e tenevo il resto. Il barbiere lo chiamavano Mano Gialla, come il capo indiano, perché ti faceva lo scalpo.

A un certo punto non ci sono più andato. I capelli sono cresciuti ed è cambiato tutto, improvvisamente piacevo anch’io. Ho sempre avuto la paranoia di perderli, a 23 anni mi prese il terrore di diventare pelato, ho fatto cure che non servivano».

Gli artisti lanciati da Cecchetto

Poi cita un po’ di artisti da lui lanciati. Cecchetto ricorda in primis Sabrina Salerno: «Quando girammo il video di Boys , in piscina, con la maglietta bagnata, gli operatori si incantavano. “Ehi tu, guarda in macchina per favore!”».

Per un periodo di fu del tenero: «Per un piccolo periodo ci siamo compresi… Ci vogliamo ancora bene». Cecchetto ricorda anche di essere stato colpito da Jovanotti: «Il mio collaboratore mi disse: “È una pertica che non vale nulla”. Ma quando vidi la registrazione feci un salto. Lo chiamai con voce da boss: “È l’occasione della vita, vieni con me”. Bluffavo. Ma lui, intimorito, accettò».

Spazio anche sia a Fiorello che Amadeus.

Sul siciliano: «Arrivò a Radio Deejay perché gli avevano detto che c’erano tante ragazze, mica per me. Andammo a cena, fu il mattatore. Gli dissi: “Licenziati e lavora con noi, fai l’animatore di un villaggio, diventerai quello dell’ltalia».

Poi spiega di aver inventato lui il nome d’arte di Amadeus, ispirato alla canzone i Falco Rock me Amadeus,

«Gli diedi appuntamento in hotel, dopo le prove del Festivalbar. Tornai dopo ore e lo trovai ad aspettarmi con il sorriso. “Eccomi, sono qua”. Mi raccontò di aver affittato casa a Milano, invece ogni mattina prendeva il treno delle 5 da Verona».

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