Sicilia, dati falsi sulla pandemia: scattano gli arresti. Indagato l’assessore alla Salute

Sono scattati tre arresti, una dirigente e un funzionario dell’assessorato regionale alla Salute e il dipendente di una società informatica: sono accusati di aver inviato all’Istituto Superiore di Sanità dati falsi sull’andamento della pandemia in Sicilia

Sono finiti ai domiciliari una dirigente e un funzionario dell’assessorato regionale alla Salute e il dipendente di una società informatica: i tre sono accusati di aver inviato all’Istituto Superiore di Sanità dati falsi sull’andamento della pandemia in Sicilia. Ciò per evitare, secondo gli inquirenti, che la Sicilia fosse messa in zona rossa. In particolare gli investigatori dei Nas di Palermo e del comando provinciale dei carabinieri di Trapani hanno riscontrato e documentati da novembre dell’anno scorso al 19 marzo 40 gli episodi di falso.

Anche l’assessore alla Salute Ruggero Razza è coinvolto nell’indagine mentre “sembra estraneo il presidente della Regione Musumeci, che pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite” – scrive il gip di Trapani.

Inoltre sarebbero indagati anche il vice capo di gabinetto dell’assessorato Ferdinando Croce e il dirigente Mario Palermo.

I reati contestati sono falso materiale ed ideologico in concorso. Gli arrestati, in particolare, sono accusati di aver alterato i dati in diverse occasioni che riguardano la pandemia: avrebbero modificato il numero dei positivi e dei tamponi che poi inviati all’Istituto Superiore di Sanità, alterando così i dati su cui adottare i provvedimenti che ne derivano per il contenimento della diffusione del virus.

L’inchiesta è iniziata dopo la scoperta in un laboratorio di Alcamo dei dati alterati: in particolare, erano stati forniti dati falsati su diversi tamponi. Da qui i pm hanno avviato accertamenti sino ad arrivare all’assessorato regionale. Infatti le intercettazioni confermerebbero l’alterazione dei dati inviati all’iss.

Intanto oggi all’assessore Razza è stato notificato un invito a comparire con avviso di garanzia. L’assessore è accusato di falsità materiale ed ideologica. Inoltre i carabinieri hanno anche provveduto a sequestrargli dei telefoni.

Il presidente della regione Nello Musumeci, ha dichiarato a Omnibus su La7: «Leggo dichiarazioni di rappresentanti politici che fanno accapponare la pelle, questa è una terra di giustizialisti: è una vergogna. Abbiamo visto quanti indagati poi sono usciti dalle inchieste. Quindi, calma calma… calma. Questa terra dà fastidio quando non alimenta le cronache giudiziarie, abbiamo tenuto lontano in questi anni la Sicilia dalle inchieste. Ho fiducia in Razza, ed estrema fiducia nella magistratura: sono convinto che i fatti saranno chiariti». E ancora ha aggiunto: «Non mi occupo degli affari quotidiani del dipartimento ed è facile in questo momento fare ricostruzioni. Io credo che dobbiamo chiederci a cosa serviva. Se come Regione abbiamo sempre seguito la linea del rigore, quale gara dovevamo vincere? Se di fronte al dilagare dei contagi, siamo stai i primi a operare le chiusure, se insieme all’assessore Razza abbiamo chiesto due settimane di zona rossa, tutto questo a cosa doveva servire? Ecco perché sono tranquillo».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *