Scomparsa di Greta Spreafico, svolta nelle indagini: «La rocker è stata uccisa»

Scomparsa di Greta Spreafico, svolta nelle indagini «La rocker è stata uccisa»

Scomparsa di Greta Spreafico, svolta nelle indagini: «La rocker è stata uccisa». Ne sono convinti i familiari che escludono il suicidio

C’è una svolta nel caso di Greta Spreafico, la rocker 53enne di Erba (Como) scomparsa il 4 giugno 2022. Del caso si era occupato anche il programma televisivo Chi l’ha visto?, ma grazie alla determinazione dei familiari sembra che la scomparsa della donna si stia per trasformare in un omicidio.

Determinante sarebbe la questione dell’eredità, che ammonterebbe, grazie ad appartamenti e terreni, a circa un milione di euro. Greta Spreafico aveva stilato due testamenti olografi: nel primo, del 2018, lasciava i suoi beni alla madre; nel secondo, dell’ottobre 2021, fu designato l’ex fidanzato.

Qualche giorno dopo il 4 giugno, Greta sarebbe dovuta recarsi dal notaio, per la vendita di un immobile dei nonni materni. Di lei si perse ogni traccia. La madre e il fratello Simone si dicono convinti che la donna sia rimasta vittima di qualcuno, che avrebbe approfittato delle sue fragilità. «Siamo fiduciosi — dice il fratello Simone — che questa volta la verità possa venire a galla» e poi punta il dito contro l’ex fidanzato: «Già nella denuncia di scomparsa ha fatto dichiarazioni che non tornano e sono spesso contraddittorie».

«Lui l’aveva allontana da noi — aggiunge il fratello —, ma soprattutto dalle cure. Greta seguiva un trattamento psichiatrico che con lui aveva interrotto». Le indagini si riaprono e la pista dell’eredità porterebbe ad un indagato: «Abbiamo dei dubbi sul fatto che l’ultimo testamento possa essere stato indotto, Greta era in una situazione particolare con forti problemi e spesso non era in sé», dice il fratello. «In base al secondo testamento — spiega l’avvocato Barzan — sarebbe proprio Gabriele Lietti il beneficiario di tutto, ma ad oggi non ha ereditato nulla perché noi, a Como, ne abbiamo impugnato l’esecutività».

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Esclusa l’ipotesi del suicidio e dell’allontanamento volontario: «Se così fosse — dice l’avvocato Davide Barzan — almeno l’auto sarebbe saltata fuori, viste le ultime due stagioni siccitose del Po. Ecco perché ritengo che si debba indagare in altre direzioni».

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