Saman Abbas, il carabiniere: “voleva essere libera”

Saman Abbas, il carabiniere voleva essere libera

Saman Abbas: il maresciallo Pasqualino Lufrano, che seguiva da tempo la vicenda di Saman, ha raccontato il suo tentativo di aiutarla

Il maresciallo Pasqualino Lufrano è il comandante della stazione dei carabinieri di Novellara, che ha tentato di aiutare Saman Abbas a scongiurare il peggio. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il carabiniere aveva preso in carico il caso e incontrato più volte la giovane.

Il 22 aprile scorso, il maresciallo Lufrano aveva parlato con i genitori di Saman, alla presenza della ragazza, ma il padre gli aveva detto che la figlia «non voleva parlare con i carabinieri» e aggiunge che che non vi erano problemi all’interno della famiglia e anzi erano felici di riaverla lì a casa: “Mia moglie piangeva sempre nel saperla lontana, nel centro protetto. Il matrimonio combinato? Una storia finita, non ci pensiamo più”.

Tuttavia, il maresciallo si rende conto che non vi è serenità, così con la scusa di far firmare delle carte alla giovane, porta Saman in caserma, dove forse spera riesca a parlare liberamente. Lufrano conosce bene Saman e la sua storia, già dal mese di dicembre, quando la giovane scappò di casa e a cui fece seguito la sua denuncia per il matrimonio combinato.

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Lufrano aveva appreso il 20 aprile del ritorno a Novellara della giovane e dopo due giorni va a controllare a casa della giovane com’è la situazione, perché “non era tranquillo”, non tanto perché la giovane avesse accennato al fatto che era in pericolo di vita, ma “per come si era comportato in precedenza, con la storia delle nozze, quell’uomo proprio non mi piaceva”, dice Lufrano.

Una volta in caserma il maresciallo Lufrano si fa promettere da Saman di rientrare nel centro «se avessi accertato che il documento era in possesso dei genitori per appropriazione indebita». Ottiene anche dalla ragazza il permesso di avvertire i servizi sociali. Il giorno successivo, il 23 aprile, Lufrano chiede al pm un decreto di perquisizione per la casa degli Abbas e chiama i servizi sociale per chiedere di trovare una nuova sistemazione per la ragazza.

Il 28 la Procura concede il decreto per la perquisizione e il 29 l’assistente sociale comunica di aver trovato una nuova sistemazione per la giovane, ma dal 3 maggio, non prima ma contestualmente alla perquisizione, «per non alterare gli equilibri» tra gli Abbas. Ma il 3, il giorno della perquisizione, in casa non troveranno che lo zio e il fratello minore della povera Saman.

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