Offendere sui social, ecco cosa si può rischiare

Offendere sui social, ecco cosa si può rischiare

Offendere sui social, ecco cosa si può rischiare: dal carcere alla multa. La legge in merito è molto chiara

Sono sempre di più i fenomeni denigratori e gli insulti sulle piattaforme social, ma non tutti forse sanno, che questi possono configurarsi come vere aggressioni virtuali, per cui può scattare il reato di diffamazione aggravata.

Questa forma di reato è individuabile anche quando è anonima o non è proprio diretta alla persona, ma in qualche modo riconducibile ad essa. Il sito “La legge per tutti” spiega bene questo aspetto: in molti “credono che basti non nominare l’interessato per non rischiare nulla. In realtà non è così. Insultare su Facebook senza fare nomi è reato – e precisamente diffamazione aggravata – quando le espressioni offensive o denigratorie sono riconducibili in modo univoco a una determinata persona. Questo si ricava dal contesto e anche dal luogo in cui il post è stato inserito, come la «bacheca Facebook», cioè la pagina che contiene il profilo di un soggetto”.

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Il sito riporta anche un esempio molto chiaro. La Corte di Cassazione ha condannato due donne, che avevano definito, anche senza citarla direttamente, una collega ‘nana’ a causa della sua bassa statura, aggiungendo commenti sprezzanti e denigratori. Inoltre, una serie di elementi, come la cerchia di amici e parenti e il territorio in cui si operava, rendevano riconoscibile la persona denigrata, aggravandone l’offesa.

Il reato di diffamazione aggravata dal mezzo della stampa o di pubblicità è punita con la “reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa non inferiore a 516 euro, fermo restando il diritto della persona offesa al risarcimento dei danni arrecati dalle offese divulgate nei suoi confronti”.

Fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/social-media-sociale-tastiera-icona-4140959/

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