Minore disabile lasciato a terra da Lufthansa, i genitori: “È una chiara discriminazione”

Minore disabile lasciato a terra da Lufthansa, i genitori È una chiara discriminazione

Minore disabile lasciato a terra da Lufthansa e senza le medicine salvavita, i genitori: “È una chiara discriminazione”

Era stata una bella e piacevole vacanza in Scozia, ma si è poi conclusa nel peggiore dei modi. A denunciare la vicenda sono i genitori di Giulio, un 13enne disabile di Anzio. Secondo la famiglia, il ragazzo è stato oggetto di discriminazione perché disabile e per questo lasciato a terra dalla compagnia aerea Lufthansa.

A denunciare e raccontare l’accaduto al Corriere della Sera sono stati i genitori del ragazzo: «Ci avvisano che saremo riprotetti sul volo delle 21.30, un assistente ci aiuta con la carrozzina di nostro figlio Giulio – racconta il papà Marco Cesarini -. Ci lasciano al ristorante e concordiamo anche di attendere lì il collega che ci scorterà all’aereo». Però nessuno si fa vivo e per non perdere il volo, l’intera famiglia (Madre, padre e i 3 figli di 13, 8 e 3 anni) si sono recati al gate per l’imbarco.

«Arrivati lì, facciamo subito presente che nessuno è venuto a prenderci – racconta sempre al Corriere.it la mamma Federica – e che, come registrato sulle prenotazioni, avremo bisogno dell’assistenza». Alle 22 iniziano le operazioni per l’imbarco, ma non per loro: «Ho ripetuto almeno tre volte in quelle due ore agli addetti delle nostre necessità, anche quando sgarbatamente ci accusavano di aver mancato al presunto appuntamento con il servizio assistente».

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Alla richiesta di spiegazioni, al desk un operatore della compagnia perentoriamente avrebbe negato il volo, rinviandolo al giorno seguente. La madre, Federica, che parla diverse lingue, chiedere ancora spiegazioni fino a quando non arriva l’ammissione che l’imbarco non può avvenire perché “non c’era più il personale della disability”.

«Peccato che erano trascorse quasi tre ore dal momento del nostro arrivo al gate. Era loro responsabilità organizzarsi. Ma è stato il tono la cosa peggiore. Brutali. Nessuna traccia di scuse, né di umanità» ed è questo che fa più male ai genitori del ragazzo.

Così vengono indirizzati ad un hotel a 30 chilometri dall’aeroporto, ma la preoccupazione è per il farmaco anti-epilettico di Giulio, che si trovava nei bagagli imbarcati sul volo partito senza di loro. «Inutili le richieste di riaverlo, un addetto ci porta pure al centro medico, – termina il padre Marco – ma quando vede che è chiuso, ci saluta. Per fortuna che Giulio non ha avuto crisi. Allucinante». Infine, concludono i genitori: «Hanno lasciato a terra un ragazzo disabile. È una chiara discriminazione».

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