Milano, salva una ragazza dallo stupro: “Eravamo circondati, la palpeggiavano”
Milano, salva una ragazza dallo stupro: “Eravamo circondati, la palpeggiavano minacciando con una bottiglia”
Si chiama Massimiliano Cianci e ha 30 anni il ragazzo che lo scorso venerdì, 14 luglio, ha salvato una ragazza da uno stupro. I due erano usciti da un locale, quando si sono fermati nel parco Sempione, perché lui aveva bisogno di usufruire del bagno chimico. In quel momento, la ragazza è stata aggredita con palpeggiamenti, cercando di rubarle la borsa e minacciandoli con una bottiglia. Racconta il giovane al Corriere della Sera: «Non sono andato nel panico, certo ero molto agitato ma sono pur sempre alto 1 metro e 93 e peso 90 chili. I tizi più vicini a me si sono allontanati, il primo pensiero è stato liberare la ragazza dagli aggressori, tutti magrebini, sicuro. Fosse stata sola, cosa le sarebbe successo? L’ennesima violenza sessuale. Sono riuscito a riprenderla, non aveva la forza di scappare e mi è rimasta vicino mentre li affrontavo. Quello con la bottiglia ha provato a colpirmi in testa, mancato, quindi gliel’ho strappata ma subito dopo sono scivolato con tutto il peso sul braccio sinistro. Spezzato».
«Mi sono però rialzato, sempre impugnando la bottiglia — continua Cianci —, fino a guadagnare l’uscita insieme alla ragazza danese, mi sentivo svenire. Non ci hanno più seguito. Una comitiva di giovani s’è accorta di noi e ha chiamato i soccorsi. Ho passato le successive ore al Fatebenefratelli assalito dai dolori: avambraccio, gomito, spalla, clavicola. Lei è stata con me all’ospedale ad asciugarmi le lacrime, è partita il giorno dopo per Copenaghen. Dice che non scorderà mai più il mio volto. Tuttora non riesco a dormire per le fitte, mi operano mercoledì, inseriranno placche e viti. Estate rovinata. Fosse questo il problema…».
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Poi aggiunge una considerazione su quello che per lui è il problema: «Che Milano non è più una città sicura, basta con ’sta storia che è solo percezione. Oltre ad aver fatto denuncia alle forze dell’ordine, ho raccontato l’episodio sui social: mi hanno scritto tante donne, non solo per ringraziarmi, anzi soprattutto per dirmi che anche loro, camminando, sono state avvicinate e molestate da sconosciuti. Sembra la normalità, non più una notizia. Ricordo alcune facce di quella gang, se tornassi al Sempione potrebbero essere ancora lì, e magari la prossima volta non troveranno ostacoli. Anche se amo Milano mi verrebbe voglia di trasferirmi: ci ero venuto che ero uno studente di fashion design, 11 anni fa. E poi bel finale di soggiorno per una turista, no?».
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