Maneskin, Victoria confessa: “c’era qualcosa di rotto in me”

Maneskin, Victoria confessa c’era qualcosa di rotto in me

Victoria, la bassista dei Maneskin, in una intervista ha confessato di aver sofferto di attacchi di panico in gioventù

In una intervista rilasciata a Elle si è raccontata, soffermandosi soprattutto sugli anni della gioventù, quando aveva 14 anni e soffriva di attacchi di panico. Victoria De Angelis è la bassista dei Maneskin, il gruppo rock italiano più popolare del momento. Nell’intervista Victoria ha messo a nudo la sua anima, rendendo noti dettagli ed episodi della sua adolescenza, che possono essere un esempio per molti giovani e non solo.

Ha detto Victoria: “Soffrivo di certe rigide distinzioni tra maschile e femminile: a 6 anni avevo proprio il rifiuto per tutte le cose da bambina: facevo skate, tenevo i capelli corti, mi vestivo da maschio. Non indossavo gonne, non perché non mi piacessero, ma per reclamare la chance di essere me stessa. Il rock ha incarnato quello slancio di libertà”.

Victoria, fin da giovanissima, ha avuto le idee chiare sul suo ruolo di donna e di persona libera, ma in questo suo percorso ci sono stati anche dei momenti difficili, come quando a 14 anni soffriva di attacchi di panico: “Ero una ragazza spensierata, a 14 anni mi sono ritrovata a non voler più uscire di casa, ho perso un anno di scuola” e aggiunge “c’era qualcosa di rotto in me e non sapevo come ripararmi. Prima me ne vergognavo, ora non ho più bisogno di nasconderlo”.

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Quel periodo per Victoria è solo un ricordo grazie “a una terapia, alla famiglia e agli amici, ma è comunque da sola che impari a gestire certe voragini”. Oggi, victoria è sicuramente una persona più sicura e quando sale sul palco, insieme al gruppo, dimostra tutta la sua forza. “Le cose che mi fanno più soffrire ho imparato a non mascherarle” ed è forse questo il segreto per affrontare le difficoltà.

Infine, sul suo ruolo all’interno del gruppo e a chi le vede come la vera leader del gruppo, dice: “ognuno ha il suo ruolo, ma ce li scambiamo, non siamo competitivi. Cioè, io sì, ma solo nei giochi da tavolo: lì, pur di vincere, baro”.

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