La protesta degli agricoltori arriva a Bruxelles, alta tensione in città

La protesta degli agricoltori arriva a Bruxelles, oltre mille i trattori in città

La protesta degli agricoltori arriva a Bruxelles, oltre mille i trattori in città. Bloccate le principali arterie cittadine

È in corso oggi, a Bruxelles, la riunione dei ministri dell’Agricoltura dei 27 Pesi dell’Ue. Sul tavolo l’analisi delle proposte della Commissione europea per alleggerire gli oneri fiscali e burocratici a carico della categoria, ma dalle prime ore dell’alba sono giunti in città oltre mille trattori, i quali stanno bloccando diverse strade, in particolare in prossimità del quartiere europeo. Registrati anche lanci di oggetti e proteste di varia natura con la polizia che ha risposto con gli idranti.

Le forze dell’ordine hanno blindato tutta la zona chiudendo quattro tunnel, le arterie principali, bloccando le stazioni metro di Schuman e Maelbeek, quelle prossime alle sedi delle Istituzioni europee. La tensione è alta, poiché alcuni manifestanti hanno tentato di sfondare i blocchi delle forze dell’ordine.

La manifestazione è stata organizzata da Fugea (la Federazione degli allevatori belgi), Fwa (la Federazione vallone dell’agricoltura) e da Fja, la Federazione dei giovani agricoltori. Al sit-in davanti la sede del Parlamento europeo farà sentire la propria voce anche una delegazione di Coldiretti. Mentre Confragricoltura terrà oggi a Bruxelles la sua assemblea.

Il ministro dell’Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, ha annunciato che porterà a Bruxelles un documento italiano per il rafforzamento della Pac. Alla base della protesta dei comitati organizzatori c’è proprio la contestazione alla Politica agricola comune (Pac) e il Green Deal.

“Siamo a Bruxelles con oltre 3mila agricoltori di Coldiretti per chiedere risposte concrete”, ha detto ieri il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini, che ha aggiunto: “Abbiamo proposto di semplificare la Pac da subito, aumentare il tetto degli aiuti di stato, autorizzare una moratoria dei debiti delle imprese agricole e rimuovere vincoli ambientali che diminuiscono la produzione di cibo in Europa e favoriscono le importazioni da altri continenti. Non è questa l’Europa che vogliamo, serve un cambio di passo urgente. I tempi della burocrazia europea non sono quelli delle imprese. Continueremo a presidiare Bruxelles a lungo, perché qui si decide il futuro del settore”.

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A tal proposito, il ministro dell’Agricoltura francese Marc Fesneau, arrivato a Bruxelles, ha dichiarato: “Il Green Deal deve essere anche un Deal di prodotto altrimenti avremo perso elementi di sovranità” con “un’agricoltura più attenta alle questioni ambientali in Europa ma che non è in grado di produrre ciò di cui abbiamo bisogno”.

“Gli agricoltori devono essere pagati per quello che fanno, compreso ciò che non è incluso nella PAC e quindi ci sono elementi credibili che vengono richiesti agli agricoltori che non vengono pagati e quindi questo è il nocciolo del problema”, così il vice primo ministro e ministro dell’Agricoltura belga, David Clarinval, della presidenza di turno del Consiglio Ue.

“È ferma volontà del C.R.A. dare agli agricoltori la possibilità di confrontarsi liberamente con le autorità invitate all’incontro. Inoltre stiamo elaborando un documento programmatico che illustri le varie criticità del comparto agricolo e che diventi un primo esempio di interazione politica tra produttori e Istituzioni”, concludono i Comitati Riuniti Agricoli, annunciando una manifestazione a Roma il prossimo 2 marzo.

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