Giancarlo Magalli: “Ecco perchè non mi vedete più in tv”

Magalli

Ha parlato in un’intervista

Giancarlo Magalli ha scelto di ripercorrere le tappe della sua carriera raccontandosi a Corriere della Sera.

Tra i temi toccato anche gli anni del liceo. «Al Massimo, con Mario Draghi, Luca Cordero di Montezemolo e Luigi Abete. Mario era secchione, però simpatico e passava i compiti. Non partecipava all’organizzazione del casino ma ci si divertiva molto. A ricreazione, gli altri avevano la pizzetta, io portai il fornelletto da campeggio con un pentolino e cucinavo i ravioli all’ultimo banco. Una volta il bidello, carabiniere in pensione, molto strabico, mi rimproverò. Risposi: “Mi stupisco di lei, maresciallo, un uomo di così larghe vedute”. Mi fece sospendere. Da allora fu per tutti “Larghe vedute”».

Cambiò così scuola confrontandosi con nuovi compagni: «C’erano Verdone e De Sica, di un anno più piccoli di me, fu come entrare in un cinepanettone. Io presentavo gli spettacolini, Carlo imitava perfettamente preside e professori. Christian all’inizio era un po’ montato, arrivava con la Mercedes e l’autista. Grassoccio, veniva preso in giro. Quando passava, gli cantavano canzoncine oscene: “De Siiica, De Siiica del b…, vaffan…”. E lui: “Volgari”».
Poi Magalli ricorda altre personalità illustri incontrati nel corso della sua vita, su Pippo Baudo: «un amico, un fratello. A Papaveri e Papere scoprimmo che la coppia funzionava. Sempre in video, avevano creato il Pippometro. Ero la sua “zanzaretta”, lo rimproveravo: “Stai fermo con quelle braccia!”. Intelligente, si lasciava prendere in giro».
Sulla sua assenza dalla tv: «Sono stato male e quando sono tornato i miei programmi li avevano dati ad altri. Dopo 60 di militanza — con Arbore sono l’unico mai andato a Mediaset — mi aspettavo di più. Mica chiedo il sabato sera di Raiuno, bastava una seconda serata. Ri-lavora Renzo, più vecchio di me, torna pure Chiambretti, i giovani virgulti non funzionano, con certi c’è accanimento terapeutico».
Infine si sofferma sul legame con la Meloni: «Ho foto con lei che ci baciamo e ci abbracciamo, però non chiedo niente. Non mi piace mendicare. Le ho solo domandato: “Con chi potrei parlare?”. Risposta: «Mi ha dato il numero di Giampaolo Rossi. Ho chiesto un appuntamento. Mi ha ignorato. Idem Angelo Mellone. “Eh, ricevo 150 richieste al giorno”. Meritavo più rispetto. Ne ho visti decine andare via. Un dg dei meno formidabili, a cui feci un’osservazione, sibilò: “Da quanti anni lavora in Rai, Magalli?”. “Da 18 dg. E ne vedrò altri”. Muto».

Leggi anche: La polemica di Magalli contro Guardì: “Non mi ha mai nominato”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *