Gerardo Pulli di Amici, è crisi dopo la vittoria: truffa al produttore “mi sono finto un altro”

Che fine ha fatto Gerardo Pulli, vincitore dell’undicesima edizione di Amici? L’ex vincitore si è raccontato in un’intervista 

Gerardo Pulli è il vincitore dell’undicesima edizione del talent Amici, il programma condotto da Maria de Filippi. Torna con la musica per presentatre un doppio album ma la sua storia, dopo la vittoria, ha stupito i fan e non solo. Infatti l’artista si è raccontato in un’intervista a “Gin Talkin”, format di YouTube, dove ha raccontato la sua storia incredibile dopo la vittoria del talent di Canale 5.

Scomparso dalla musica, oggi si prepara per lanciare un album doppio dal titolo “San Michele” e “Arkangelo”. ma cosa gli è accaduto dopo la vittoria del talent? Lo ha spiegato lui ed è incredibile: “Ho firmato un contratto con una casa discografica dopo Amici. Però l’ho lasciato scadere perché non mi facevo trovare. Se dovevo fare una cosa prendevo tempo. Mi si era creato un senso di inappartenenza nei confronti di me stesso. Non trovavo più motivo per fare quello che facevo. Ero l’antagonista di me stesso e sabotavo quello che facevo. Dopo mi sono dedicato ad altro. 

Ero spaesato e non sapevo cosa volevo. Ho iniziato ad ascoltare i dischi, ce n’è stato uno nel 2013 che mi ha aperto molto. Ho passato tanti anni ad ascoltare, non avevo più voglia di scrivere e non ho scritto nulla per parecchio. Avevo finito tutti i soldi di Amici, tutto quello che avevo guadagnato l’avevo speso. Ero arrivato a 400 Euro in banca. Poi ho chiuso il conto portando i contanti”.

Ma la crisi è durata a lungo: “Mi hanno offerto un contratto editoriale per scrivere per altri artisti. Mi hanno anche fatto altre proposte, ma non mi sentivo motivato. Nel 2017 ho ricominciato a scrivere testi, ma è stato molto graduale. Perché non avevo più voglia di scrivere. Sì ho scritto per Emma, Loredana Bertè, Eros Ramazzotti, Gaia, Giusy Ferreri e altri. Adesso sto per far uscire un album. In generale ora faccio tutte cose che mi piacciono”.

Infine una mezza truffa, il cambio di identità: “Mi sono anche finto un altro. Se è vero che ho truffato il mio produttore per mesi fingendomi un manager italo danese? Sì. Se è vero che ho fatto il traslocatore fingendomi rumeno? Sì. Ho anche fatto l’Uber driver. Quando mi sono finto manager facevo le chiamate con il produttore e lui era entrato più in sintonia che ‘il manager’ che con il vero me. Però era scorretto perché io sentivo quello che lui pensava di me. Avevo due telefoni con più sim. Io non l’ho fatto per prendere in giro il produttore. Parlavo con la voce più bassa per non farmi riconoscere”.

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