Femminicidio Giada Zanola, il movente e la messinscena dopo il delitto

Femminicidio Giada Zanola, il movente e la messinscena dopo il delitto

Femminicidio Giada Zanola, il movente e la messinscena dopo il delitto orchestrati dal compagno accusato di omicidio

Giada Zanola, la giovane donna precipitata da un cavalcavia sull’autostrada A4 a Vigonza nel Padovano, non si è suicidata, ma è stata uccisa dal compagno. Queste le conclusioni degli investigatori dopo il fermo di Andrea Favero, 39 anni, che avrebbe ammesso le proprie responsabilità.

Tuttavia, fino ad ieri non era ben chiaro il movente del delitto. Se quest’ultimo si era consumato al culmine di una lite, non era chiaro il motivo stesso della lite. Con il trascorrere delle ore nuovi elementi sono emersi. Sembra che la coppia fosse in crisi e nonostante il prossimo settembre i due dovevano sposarsi, lei aveva deciso di lasciarlo.

I litigi nella coppia, che ha un bimbo di tre anni, sembra fossero quotidiani e appena un giorno prima del delitto, Giada aveva detto ad un’amica di essere stata “afferrata per il collo” dal compagno e di avere paura di lui. Inoltre, le aveva mostrato anche le foto con le ecchimosi sul corpo riportate dopo l’aggressione.

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La posizione di Favero sarebbe aggravata anche da una messinscena per mascherare il delitto. Secondo il provvedimento di fermo della procura, l’uomo avrebbe simulato di non avere ucciso la compagna: “Al fine di lasciare traccia della messinscena – si legge nell’atto reso noto alle agenzie di stampa – l’indagato effettuava anche una chiamata al cellulare della vittima e le scriveva un messaggio rinfacciandole di essere uscita senza passare a salutare lui e il figlio”. Alle 7.38, come appurato dagli inquirenti, l’indagato ha scritto, sempre per sviare i sospetti, un messaggio a Giada: “Sei andata al lavoro? Non ci hai nemmeno salutato!!”.

Fonte immagine: https://www.facebook.com/zanola.giada/photos

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