Critiche a Beatrice Venezi, la sua replica: “Solo perché sono di destra”

Beatrice Venezi

A giudicarla gli orchestrali della Sinfonia di Palermo

Nei giorni scorsi, gli orchestrali della Sinfonica di Palermo non hanno avuto belle parole per Beatrice Venezi.

Non solo, al termine del doppio concerto non l’hanno omaggiata.

Il flautista Claudio Sardisco ha detto: «Se nessuno di noi si è mosso è perché la direttrice d’orchestra ha solo complicato il nostro lavoro: sarebbe stato più facile suonare senza di lei. La scena se l’è presa lei, ma il lavoro “sporco” lo abbiamo fatto noi orchestrali».

Non si fa attendere la replica di Beatrice Venezi dalle pagine de Il Giornale.

«Sono stata la prima donna a dirigere in Armenia, in Georgia, in Azerbajan. Ho condotto oltre 200 concerti e più di 70 recite d’opera. Ma se non sei dalla parte giusta…».

Poi dice che «il mondo della musica, come quello della cultura in generale, è stato dominato dalla sinistra o, se si preferisce, non seguo il mainstream».

La Venezi poi dice: «alla testa delle istituzioni musicali tricolori vedo sempre le stesse facce di prima. Non mi sembra siano di destra».

E sulla contestazione a Nizza: «Sì, tre o quattro spettatori, fra i mille presenti e gli oltre undicimila che mi avevano applaudito nei giorni precedenti, hanno esibito uno striscione con la scritta: “Via i fascisti”. Il teatro li ha fischiati».

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Infine, sulle critiche dell’Orchestra Sinfonica dice: «Se un direttore non funziona, gli orchestrali lo sfiduciano apertamente, senza tanti giri di parole. Non mi pare sia successo a Palermo. Comunque, tre comunicati stampa, uno delle prime parti, smentiscono la versione di una piccola minoranza di tre professori su oltre settanta elementi in organico “perché non corrispondente alla realtà” e nello stesso pezzo di Repubblica il primo violino Pasquale Faucitano mi fa i complimenti e mi definisce “una professionista seria e preparata”. Il tutto verrà valutato dai miei avvocati. Però…Io non posso pronunciare una sillaba senza essere esaminata. E, mi spiace dirlo, c’è una tendenza a sminuirmi, a offendermi, a personalizzare le critiche. Gli artisti di sinistra invece fanno quello che gli pare: firmano appelli, manifesti, lenzuolate contro quel ministro, quella legge, quella nomina. Guardi cosa sta accadendo al Teatro di Roma».

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