Si tratta di Giuliano Mignini
Giuliano Mignini, pubblico ministero che seguì il celebre caso di Meredith Kercher, negli anni è diventato amico di Amanda Knox.
L’allora cittadina americana venne indagata insieme a Raffaele Sollecito per omicidio. Di questo rapporto di amicizia con la Knox ne ha parlato nel suo libro e l’ha confermato in un un’intervista a Quotidiano Nazionale.
I due si sono incontrati, con il marito Christopher a giugno, quando il pm ha anche conosciuto la figlia.
«La donna che ho incontrato ora è una signora di 35 anni che non ha niente a che fare con la ragazza di allora».
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La Knox, racconta il pm, già nel 2019 gli aveva chiesto un incontro.
«All’inizio dissi di no. Poi le spiegai che l’avrei vista solo una volta andato in pensione dalla magistratura. Prima non mi sembrava opportuno». E ancora: «Misi le mani avanti con gli intermediari. Dissi che non avrei cambiato una virgola del mio pensiero e della mia impostazione». Poi l’incontro, definito commovente con tanto di abbraccio: «aveva bisogno di parlare con l’uomo che l’ha ritenuta colpevole per resettare quel dolore».
Mignini nel libro aggiunge: «È come se, nonostante io fossi il pm, lei sentisse di potersi fidare completamente di me. Mi sono sforzato di far comprendere ad Amanda che il quadro emerso dal processo, al di là delle innegabili anomalie della Cassazione, sia tutt’altro che inquadrabile in errore giudiziario, non sono riuscito a convincerla».
Tra i due, con il tempo, è così nato un rapporto di amicizia tanto che si scambiano missive e foto.
«Oggi la conosco e mi fido di lei. Come potrei vederla capace di fare qualcosa di male? Ma i processi non si possono fare con i sentimenti».
Nel caso di Perugia, alla fine, l’unico condannato in via definitiva è stato Rudy Guede, già tornato in libertà e che da anni continua ad accusare la Knox.
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