Bianca Berlinguer: «Mediaset mi dà più garanzie di libertà»

Bianca Berlinguer

La giornalista ha spiegato i motivi dell’addio alla Rai

Bianca Berlinguer, ormai è ufficiale, dopo le dimissioni in Rai sarà uno dei nuovi volti di Rete Quattro e di Mediaset.

L’annuncio nella giornata di ieri, 5 luglio, durante la presentazione dei palinsesti.

Dopo l’ufficialità, la Berlinguer ha voluto rompere il silenzio e fare il punto della situazione attraverso due interviste a Il Fatto e La Stampa.

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«Per un anno intero hanno allontanato Mauro Corona, una figura importante per la mia trasmissione. Si trattava anche di una questione di principio: è impensabile interferire così pesantemente con l’identità di Cartabianca senza il mio accordo. L’ex ad Carlo Fuortes lo reintegrò e gliene sono ancora grata e poco tempo dopo scoppiò il caso Alessandro Orsini e anche allora ho dovuto sostenere una battaglia in Rai perché si può non condividere il suo pensiero ma le sue posizioni hanno tutto il diritto di essere rappresentate perché corrispondono a una fetta dell’opinione pubblica nazionale».

E poi: «Ho subito tutto questo fino a quando un mese fa mi sono resa conto che nulla sarebbe cambiato davvero e che tutte le promesse e le garanzie rispetto al ruolo e allo spazio affidati dalla Rai alla mia trasmissione erano prive di fondamento. Una spia molto significativa si trovava nel fatto che, per l’ennesima volta, mentre tutte le reti proteggono i loro prodotti con un lavoro di squadra e con la massima solidarietà interna, ogni martedì scoprivo che su La 7, la trasmissione mia concorrente, era affollata di volti noti della Rai. Tutto questo conferma quanto poco il tuo editore tenga a te».

Poi precisa di non aver chiesto di nona avere concorrenza interna.

«Ma figuriamoci, sciocchezze, di questo abbiamo riso al telefono, lei e io. Sono piccinerie che non ci appartengono. Non si lascia la Rai dopo 34 anni per 5 puntate di una collega peraltro molto brava come Francesca Fagnani».

Poi, aggiunge che l’AD Sergio le avrebbe anche chiesto di cambiare idea senza però riuscirci.

Infine, un ricordo su Enrico Berlinguer: «Io ho 63 anni, quando mio padre è morto ne avevo 24. L’anno venturo saranno 40 anni. E credo di poter rivendicare il diritto di essere valutata per quello che sono e per quello che faccio. Sono consapevole e felice di portare un cognome ancora oggi tanto amato. Un dono della vita essere stata sua figlia. Un’eredità onerosa che vivo con orgoglio. Ma poi come tutti devo essere chiamata a rispondere di ciò di cui solo io sono responsabile».

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