Andrea Purgatori, nuove ipotesi sul decesso: ci fu una lite sulla diagnosi

Andrea Purgatori

Andrea Purgatori, nuove ipotesi sul decesso: ci fu una lite tra i medici sulla diagnosi. indagate due persone

Continua il lavoro dei magistrati per fare chiarezza sulle cause che hanno portato alla morte del giornalista Andrea Purgatori. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, si chiede agli esperti «se siano state rispettate nel caso di specie le raccomandazioni indicate nelle linee guida pubblicate dalla legge 24/2017 o, in mancanza, le buone pratiche clinico assistenziali» avendo cura di precisare se «vi sia stato un errore di esecuzione nella concreta pratica sanitaria». Inoltre, è sorta l’ipotesi che a causare il decesso possa essere stata un’infezione, una pericardite settica.

Il pm Giorgio Orano ha assegnato al professor Luigi Marsella del Policlinico di Tor Vergata l’incarico di accertare cause e «ogni altra circostanza utile» a far luce sul decesso. La vicenda è abbastanza complessa, poiché il giornalista aveva chiesto diversi pareri medici: «Gli esperti, alcuni veri e propri luminari, si erano divisi riguardo alla diagnosi di metastasi cerebrali formulata per la prima volta il 25 aprile, in maniera perfino clamorosa — riferisce la famiglia al Corriere della Sera —. Negli ultimi tempi si sarebbe verificata una lite tra esperti riguardo ai risultati di una Tac».

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La disputa verte tra la diagnosi del professor Gualdi, secondo cui vi era un tumore che dal polmone si era diffuso al cervello e quella del professor Alessandro Bozzao (ordinario di Neuroradiologia alla Sapienza), convinto che si trattasse solo di ischemie diffuse.

L’inchiesta dei magistrati romani dovrà far chiarezza in tutto ciò. Intanto, sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo, oltre al professor Gianfranco Gualdi della clinica privata Pio XI e il suo braccio destro Claudio Di Biasi: entrambi difensi dall’avvocato Fabio Lattanzi.

Quest’ultimo sottolinea la propria distanza dalle polemiche: «Rispettiamo il dolore della famiglia — dice Lattanzi — e ci sottraiamo dal processo mediatico. Speriamo che il clamore si attenui, siamo sicuri che gli accertamenti tecnici dimostreranno la correttezza del loro operato».

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