Putin ordina il “cessate il fuoco” per il Natale ortodosso, ma Kiev non crede alla mossa del Cremlino e nemmeno gli Usa
Vladimir Putin ha ordinato al capo del ministero della Difesa, Sergei Shoigu, di predisporre il cessate il fuoco unilaterale lungo l’intera linea di contatto tra le parti in Ucraina dalle 12 del 6 gennaio alle 24 del 7 gennaio.
Un cessate il fuoco di 36 ore che coincide con i festeggiamenti del Natale ortodosso. In un comunicato ufficiale diramato, il Cremlino lancia un appello all’Ucraina: «In considerazione del fatto che un gran numero di cittadini di fede ortodossa vivono nelle zone di combattimento, facciamo appello alla parte ucraina perché dichiari un cessate il fuoco, per dare loro la possibilità di presenziare alle cerimonie della vigilia così come del giorno della Natività di Cristo».
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La risposta dell’Ucraina non si è fatta attendere. Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha twittato: «La Russia deve ritirarsi dai territori occupati, solo allora avrà una tregua temporanea. Tenetevi la vostra ipocrisia. L’Ucraina non attacca territori stranieri e non uccide civili. Come fa la Federazione russa. L’Ucraina distrugge solo appartenenti alle forze di occupazione sul proprio territorio».
Sulla tregua ordinata da Putin, in seguito alle richieste del patriarca Kirill, ha detto Biden ad un giornalista: «Sono riluttante a rispondere a qualsiasi cosa dica Putin. L’ho trovato interessante. È stato pronto a bombardare ospedali, asili nido e chiese il 25 e Capodanno».
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