Caso Regeni, uno degli 007 imputati era presente alle prime fasi delle indagini

Caso Giulio Regeni, oggi a Roma la prima udienza del processo

Caso Regeni, uno degli 007 imputati era presente alle prime fasi delle indagini. Si tratterebbe di Uhsam Helmi

Uno degli ufficiali dei servizi segreti egiziani accusati del sequestro e dell’omicidio di Giulio Regeni era presente alle prime fasi delle indagini congiunte italo-egiziane.

Questo è quanto emerso dalle testimonianze degli investigatori dello Sco della Polizia di Stato e del Ros dei Carabinieri durante l’udienza del 2 maggio 2024 del processo in corso a Roma.

Le foto mostrate in aula li ritraggono sul luogo del ritrovamento del corpo di Regeni, lungo la strada tra Il Cairo e Alessandria, e durante i sopralluoghi successivi. La presenza dell’agente egiziano, identificato come Uhsam Helmi, solleva dubbi sulla collaborazione delle autorità egiziane e sull’effettiva volontà di fare luce sul caso.

Come sottolineato dagli investigatori italiani, durante le indagini “ci sono stati depistaggi e ostruzionismo” da parte degli egiziani, i quali non hanno fornito filmati delle telecamere di sorveglianza e hanno avanzato ipotesi alternative sulla morte di Regeni poi smentite.

La presenza di Helmi sul luogo del crimine e alle riunioni investigative congiunte fa sorgere il sospetto che l’intelligence egiziana abbia sin dall’inizio cercato di depistare le indagini e di ostacolare la ricerca della verità. Questo aspetto del caso è stato sottolineato anche dalla legale della famiglia Regeni, che ha evidenziato la mancanza di collaborazione da parte dell’Egitto: “E’ emersa l’assoluta mancata collaborazione egiziana, l’ostruzionismo e i depistaggi. L’inizio della ricostruzione di queste difficoltose indagini al Cairo, e anche il clima di intimidazione”, ha detto Alessandra Ballerini, legale di parte civile della famiglia di Giulio Regeni, al termine dell’udienza davanti alla Prima Corte di Assise di Roma. “C’erano molte contestazioni da parte degli egiziani e molto ostruzionismo. Abbiamo capito le informalità con cui sentivano questi testimoni, non venivano fatti i verbali. Ai nostri investigatori di fatto era impedito di fare domande dirette, e anche chiedere agli egiziani di fare delle domande se questi non le ritenevano pertinenti o più che altro le ritenevano scomode non le ponevano ai testi”, ha sottolineato.

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Il processo, che vede imputati quattro membri dei servizi segreti egiziani, è in corso presso la Corte d’Assise di Roma. Le testimonianze degli investigatori italiani rappresentano un passo importante nella ricostruzione della vicenda e per accertare le responsabilità per la morte di Giulio Regeni.

Oltre a Uhsam Helmi ci sono anche il generale Sabir Tariq, i colonnelli Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif per il reato di sequestro di persona pluriaggravato, e nei confronti di quest’ultimo i pm contestano anche il concorso in lesioni personali aggravate e il concorso in omicidio aggravato.

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