Bruno Vespa: «Io consulente della Meloni? Assurdo»

Vespa

Il giornalista lunedì spegnerà 80 candeline

Bruno Vespa, nella giornata di lunedì 27 maggio, spegnerà 80 candeline. Si è così raccontato in una lunga intervista a Corriere della Sera.

In vista, nessun ritiro: «Il ritiro lo deciderà il mio editore di riferimento: il Padreterno».

Poi dice che se fosse raro di sinistra: «non avrebbero ridimensionato o cercato di chiudere Porta a porta».

Risponde anche alle accuse di essere il consulente occulto della Meloni.

«È ridicolo anche solo pensarlo. Nella Prima repubblica, al contrario di tantissimi altri colleghi, non ho mai partecipato a riunioni politiche e mai incontrato in privato un solo esponente politico. Tranne una volta, Giulio Andreotti. Volevano impormi al Tg1 la nomina di una caporedattrice di scarso valore dicendo che la voleva il presidente del Consiglio. Andai a Palazzo Chigi per chiedergli se era vero, Andreotti non ne sapeva nulla».

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Vespa risponde anche alle teoria secondo cui sarebbe figlio di Mussolini.

«Non tornano i conti. Mia madre andò a insegnare ad Assergi, ultimo paese prima della funivia per Campo Imperatore, dove avevano mandato Mussolini, solo nel 1949. Quando “papà” (sorride, ndr ) era già morto da qualche anno».

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