Terremoto dell’Irpinia, il ricordo dei sopravvissuti 40 anni dopo

Terremoto dell’Irpinia, il ricordo dei sopravvissuti 40 anni dopo

Terremoto dell’Irpinia, il ricordo dei sopravvissuti 40 anni dopo e le parole del ministro Piantedosi

Il terremoto dell’Irpinia del 23 novembre 1980 è stato uno dei più gravi eventi sismici della storia italiana. Il sisma, di magnitudo 6.9, colpì l’Irpinia e la Basilicata, provocando la morte di oltre 2.700 persone, oltre 8.500 feriti e circa 300.000 senzatetto.

La scossa principale fu avvertita alle 19:34 di sera e ebbe epicentro a Conza della Campania, in provincia di Avellino. La durata della scossa fu di circa 20 secondi e fu accompagnata da numerose repliche, alcune delle quali di magnitudo superiore a 6.

Il terremoto distrusse o danneggiò gravemente oltre 100.000 edifici, tra cui case, scuole, ospedali e chiese. Molti paesi e villaggi furono rasi al suolo, lasciando migliaia di persone senza un tetto sulla testa. La tragedia dell’Irpinia suscitò un’enorme onda di solidarietà in Italia e nel resto del mondo. L’esercito, la Protezione Civile e le forze dell’ordine furono mobilitati per prestare soccorso alle popolazioni colpite. Anche numerosi volontari provenienti da tutta Italia e dall’estero si recarono nella zona del sisma per aiutare le vittime.

I lavori di ricostruzione furono lunghi e difficili, ma alla fine i paesi colpiti dal terremoto furono ricostruiti. Tuttavia, la tragedia dell’Irpinia ha lasciato un segno indelebile nella memoria delle popolazioni colpite. Il ricordo del terremoto dell’Irpinia è ancora vivo oggi, a 42 anni di distanza. Ogni anno, il 23 novembre, si celebrano le vittime della tragedia e si rinnova l’impegno a costruire un futuro più sicuro per le popolazioni che vivono in zone a rischio sismico.

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Ecco alcuni dei ricordi di chi ha vissuto il terremoto dell’Irpinia: “Ero a casa con i miei genitori e i miei fratelli. La scossa è stata fortissima, sembrava che la casa stesse crollando. Siamo scappati fuori in strada, ma non c’era luce e non si vedeva niente. È stato un momento di panico totale”. Uno studente di allora ricorda: “Ero a scuola quando è successo. La scossa ci ha sorpresi tutti, abbiamo iniziato a urlare e a correre. Siamo usciti in strada e abbiamo visto che la scuola era distrutta. È stato un momento terribile”. Un sopravvissuto racconta il dramma della sua famiglia: “Abitavo in un piccolo paese dell’Irpinia. Il terremoto ha distrutto la mia casa e la mia famiglia è stata dispersa. Ho passato giorni e giorni a cercare i miei cari, ma li ho trovati solo morti. È stato un dolore che non potrò mai dimenticare.”

Vicinanza è stata espressa anche dal ministro degli Interni Piantedosi. «Il mio commosso ricordo è oggi rivolto alla comunità dell’Irpinia, colpita dal devastante terremoto del 23 novembre 1980» ha dichiarato il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in occasione del 43mo anniversario del sisma. «Alle famiglie delle vittime, segnate ancora da una ferita indelebile, esprimo la più sincera vicinanza. Va rinnovata la riconoscenza a tutti gli operatori delle Forze dell’ordine, dei Vigili del fuoco e del mondo del volontariato che, fin dalle prime ore, si prodigarono con straordinario impegno per prestare soccorso alla popolazione. Una testimonianza perenne di solidarietà e abnegazione. La mia Irpinia, pur provata dalla sofferenza, non si arrese. Grazie al coraggio e al sacrificio dei suoi cittadini, seppe rialzarsi, dando dimostrazione di quell’ammirevole forza d’animo che la contraddistingue da sempre e che ha permesso di far rinascere un territorio meraviglioso», ha sottolineato il titolare del Viminale.

Foto: Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=2382294

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