Messina Denaro, arrestati due complici del boss: si frequentavano tutti i giorni

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Messina Denaro, arrestati due complici del boss: si frequentavano tutti i giorni. Il boss andava da loro mattina e sera

Due nuovi arresti sono stati eseguiti nell’ambito delle indagini sulla latitanza di Matteo Messina Denaro. Si tratta di Emanuele Bonafede, nipote del boss di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede, e della moglie Lorena Ninfa Lanceri.

I due avrebbero avuto un ruolo molto importante e un legame molto stretto con il boss, che si sarebbe recato tutti i giorni, sia a pranzo che a cena, presso la loro abitazione. Ad incastrarli sarebbe stata una foto, scattata qualche anno fa, proprio in casa loro, in cui il boss – anche se con il volto tagliato per evitarne il riconoscimento – apparirebbe mentre fuma un sigaro e beve cognac.

Inoltre, la Lanceri sembra avesse un legame molto stretto con il boss e avesse anche il ruolo di intermediario nelle comunicazioni tra lui e i suoi familiari. A lei viene attribuita anche una lettera, in cui si rivolgerebbe così al boss:  “Il bello nella mia vita è stato quello di incontrarti, come se il destino decidesse di farsi perdonare facendomi un regalo in grande stile. Quel regalo sei tu”.

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La coppia di coniugi, scrive Tgcom24, poco dopo l’arresto del boss si erano recati dai carabinieri raccontando “di aver visto in tv Messina Denaro e di aver riconosciuto in lui l’uomo che pochi mesi prima un familiare aveva presentato loro con il nome di Francesco Salsi, un medico in pensione”. Versione che gli inquirenti hanno appena smentito. Le accuse a loro carico sono di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dal metodo mafioso.

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