La Bohème all’Arena di Verona, l’opera avrà la regia di Alfonso Signorini
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La Bohème all’Arena di Verona, l’opera avrà la regia di Alfonso Signorini. L’appuntamento è per il 19 e 27 luglio 2024
Dopo tredici anni di assenza dal palco areniano, l’amatissima Bohème di Giacomo Puccini si prepara a riconquistare il pubblico dell’anfiteatro in due serate evento. L’appuntamento è per il 19 e 27 luglio 2024.
La regia dell’opera, musicata da Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa, Luigi Illica, è firmata da Alfonso Signorini.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione, sono state evidenziate le scelte sceniche adottate dal direttore di “Chi” e conduttore del Grande Fratello.
L’opera che Signorini porterà in scena indaga la figura di Mimì, una giovane ricamatrice che vive nella soffitta accanto a quattro artisti bohémien. La vicenda si svolge durante la vigilia di Natale nella Parigi del 1830 ed è tratta dal romanzo Scènes de la vie de bohème di Henri Murger. L’opera è un ritratto toccante della vita bohémien nella Parigi del XIX secolo, con le sue gioie e i suoi dolori. La musica di Puccini è ricca di melodie evocative e arie appassionate, che hanno reso La Bohème una delle opere più amate e rappresentate al mondo.
Nelle intenzioni del regista, c’è la volontà di approfondire, in un “realimo drammaturgico e musicale che di certo affascinava Puccini”, l’animo di questa fanciulla, che improvvisamente viene travolta dall’amore per Rodolfo.
Sulla messa in scena ha dichiarato Signorini: “Abbiamo immaginato un impianto scenico del tutto trasparente che consentisse a più azioni, anche a quelle tradizionalmente nascoste, il loro svolgimento. Gli occhi dello spettatore potranno spostarsi dalla mansarda di Rodolfo e dei suoi amici a quella di Mimì, sorpresa nelle sue scene di vita quotidiana, impegnata a organizzare il suo ben meditato gioco di seduzione che non può certo ridursi a una fiammella di una candela”.
Signorini promette “una cornice moderna, trasparente” attraverso cui sarà possibile vedere e vivere “il mondo di metà Ottocento, ricostruito, dai costumi ai singoli dettagli, in modo scrupoloso, direi quasi maniacale, quasi a rappresentare un vero e proprio tableau vivant. Un tableau che non conosce non può conoscere stagioni”.
NUOVA PRODUZIONE
Progetto speciale per il centenario pucciniano
Direttore: Daniel Oren
Regia: Alfonso Signorini
Scene: Guillermo Nova
Mimì: Juliana Grigoryan
Musetta: Eleonora Bellocci
Rodolfo: Vittorio Grigolo
Marcello: Luca Micheletti
Schaunard: Fabio Previati
Colline: Alexander Vinogradov
Benoit: Nicolò Ceriani
Alcindoro: Salvatore Salvaggio
Parpignol: Riccardo Rados
Coro di voci bianche A.LI.VE.
Direttore Paolo Facincani
Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Arena di Verona
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Direttore Allestimenti Scenici Michele Olcese
Trama:
Quadro I
Parigi, 1830. Il poeta Rodolfo e il pittore Marcello dividono una soffitta e vivono la propria condizione di artisti squattrinati con tutta la spensieratezza della gioventù. Insieme al filosofo Colline e al musicista Schaunard decidono di trascorrere la vigilia di Natale al Caffè Momus. Attardatosi in casa per finire un articolo, Rodolfo conosce la sua vicina Mimì (ricamatrice afflitta da tubercolosi) e per entrambi è subito colpo di fulmine.
Quadro II
Rodolfo e Mimì raggiungono gli amici al Caffè Momus. Nel locale arriva anche Musetta, l’ex amante di Marcello, la quale, pur essendo in compagnia del ricco Alcindoro, fa di tutto per attirare l’attenzione del pittore. Funziona: Marcello si riconcilia con Musetta, che fa addebitare ad Alcindoro il conto dei bohémien.
Quadro III
Febbraio. Entrambe le coppie sono in crisi: Marcello non sopporta più le infedeltà di Musetta, mentre Rodolfo vuole lasciare Mimì (sempre più malata) per consentirle di trovare un compagno meno povero e un alloggio più caldo. Nonostante lo ami ancora, Mimì accetta la separazione, chiedendo però a Rodolfo di aspettare la primavera per dirsi addio.
Quadro IV
Rimasti soli nella soffitta, Marcello e Rodolfo rimpiangono le rispettive ex fidanzate. I due vengono raggiunti prima da Colline e Schaunard e poi da Musetta e Mimì, ormai moribonda. Per alleviarne la pena, gli amici vendono i propri beni, incluso il cappotto di Colline. Ma è tutto inutile: Mimì, dopo aver dichiarato un’ultima volta il proprio amore a Rodolfo, si addormenta per sempre.
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