Incidente Lamborghini, cosa rischiano davvero i TheBorderline?

TheBorderline

Cosa rischiano gli youtuber?

Si continua a parlare, mentre proseguono le indagini, dell’incidente di Casa Palocco in cui ha perso la vita un bimbo di cinque anni. Sul banco degli imputati il gruppo dei TheBorderline, alla guida della Lamborghini.

A oggi, dei quattro ragazzi, l’unico indagato è Matteo Di Pietro e tutti i componenti del gruppo di YouTuber hanno lasciato Roma e chiuso il canale.

Intanto sono stati ordinati dei test antidroga e il suo avvocato, Francesco Consalvi, ha ricostruito la dinamica dello scontro  tra via di Macchia Saponara e via Archelao di Mileto.

La madre del piccolo Manuel avrebbe dovuto dare la precedenza e non ci sono responsabilità a carico degli altri membri a bordo della macchina.

A libero l’avvocato ha spiegato: «La signora Uccello, alla guida della Smart, per impegnare una via alla sua sinistra ha necessariamente dovuto passare per la traiettoria di Matteo che procedeva a destra. Mi spiego meglio. La Smart avrebbe dovuto dare la precedenza alla Lamborghini, tagliando di fatto la strada all’autovettura guidata da Matteo».

Di Pietro stava effettuando un sorpasso ben oltre il limite consentito e il ragazzo dei TheBorderline «non era sotto l’effetto di alcuna sostanza che potesse alterare la sua capacità cognitiva e reattiva. La sua non negatività ai cannabinoidi non si riferisce a quel momento e può essere riferito anche a sostanze farmaceutiche. È risultato negativo a cocaina e alcol e lo dimostra il fatto che non è stata ritenuta necessaria alcuna misura cautelare».

Poi aggiunge: «I ragazzi erano ripartiti da circa mezz’ora. Avevano fatto una sosta perché ribadisco che questi video per il 99 per cento del tempo vengono realizzati a macchina ferma. Anche perché nel contratto di affitto meno km fai meno paghi. A loro interessa stare nell’auto, non su strada».

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L’avvocato ha anche negato l’ipotesi, secondo cui, i genitori di Matteo avrebbero minimizzato i fatti

«Nessuno di loro ha rilasciato alcuna dichiarazione. Sono virgolettati inesistenti. Questa con lei è la prima dichiarazione che viene rilasciata. Mia sorella, la mamma di Matteo, appena ha appreso la notizia è stata irreperibile per ore. Temevamo il peggio, che si fosse suicidata. Era invece corsa in Chiesa dove è stata ore a pregare per Manuel e per sua madre Elena e la sorellina Aurora in ospedale».

Infine: «Ricordo che le prima persone che hanno soccorso i due minori all’interno della Smart sono stati mio nipote Matteo Di Pietro e Gaia. Il piccolo Manuel era stato rianimato, il suo cuore aveva ricominciato a battere, respirava, aveva ripreso colorito. I ragazzi mi hanno riferito che l’ambulanza è arrivata dopo circa un’ora e il bambino è deceduto in ambulanza».

Ora di Pietro rischia dagli 8 ai 12 anni, per reato di omicidio stradale e lesioni, a oggi non è ancora stato ascoltato dai magistrati anche se potrebbe accedere al rito abbreviato.

«Le pene possono andare da 8 a 12 anni se viene considerata anche l’alta velocità. In caso contrario, sempre con calcoli presuntivi, si va da 5 a 8 anni».

Open poi ripotato il parere dell’avvocato  del Foro di Milano Andrea Marzorati in termini di risarcimento «I calcoli per avere una indicazione di massima si possono già fare e sono pari a 882.612 euro».

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