Inchiesta Covid di Bergano, indagati Conte, Speranza e Gallera

Inchiesta Covid di Bergano, indagati Conte, Speranza e Gallera

Inchiesta Covid di Bergano, tra gli indagati Conte e Speranza. I reati: epidemia e omicidio colposo, rifiuto di atti d’ufficio e falso

Si è conclusa l’inchiesta sulla prima ondata Covid condotta dalla Procura di Bergamo, che ha iscritto nel registro degli indagati l’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il suo ministro della Salute Roberto Speranza,  il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il suo ex assessore al Welfare Giulio Gallera. Oltre a loro, risultano indagati il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, il coordinatore del primo Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo, l’allora capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli.

Alla base delle motivazioni dei pm bergamaschi, c’è la convinzione che “il disastro si sarebbe potuto evitare”, mentre le ipotesi di reato sono di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti d’ufficio e falso. L’indagine è risultata complessa. Spiegano i pm che “sono state articolate, complesse e consistite nell’analisi di una rilevante mole di documenti” sia informatici che cartacei “nonché di migliaia di mail e di chat telefoniche in uso ai soggetti interessati dall’attività investigativa, oltre che nell’audizione di centinaia di persone informate sui fatti”.

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Al centro delle indagini vi sono i morti nelle Rsa della Val Seriana e il caso dell’ospedale di Alzano, la mancata istituzione della zona rossa, il mancato aggiornamento del piano pandemico, fermo al 2006, e l’applicazione di quello esistente, che avrebbe potuto contenere la trasmissione del Covid.

«Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica», il commento di Giuseppe Conte, che assicura la «massima disponibilità e collaborazione» nei confronti della magistratura.

Fontana, invece, ha detto: «Apprendo da agenzie di stampa notizie riguardanti l’inchiesta di Bergamo. Ho sempre pensato che chiunque abbia avuto responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto. Io sono molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina ed onore nell’esclusivo interesse del Paese. Ho piena fiducia come sempre nella magistratura».

Il commento dell’associazione dei familiari delle vittime Covid19 #Sereniesempreuniti arriva poco dopo la notizia: «Da oggi si riscrive la storia della strage bergamasca e lombarda, la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite. La storia di un’Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid19, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni».

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