Il marò Latorre sul caso Patrick Zaki: “mi sarei fatto guidare dal buonsenso”
Il marò Latorre sul caso Patrick Zaki in una intervista rilasciata a Libero quotidiano: “mi sarei fatto guidare dal buonsenso”
In una recente intervista rilasciata a Liberoquotidiano.it il marò Massimiliano Latorre ha parlato del suo libro scritto a quattro mani con Mario Capanna e intitolato “Il sequestro del marò”, ma anche della vicenda giudiziaria che lo vide, insieme al collega Salvatore Girone, accusato di aver ucciso due pescatori del Kerala durante un’operazione anti-pirateria.
Nel raccontare le difficoltà vissute da innocente, racconta Latorre: «Non mi sono reso subito conto subito di quel che accadeva realmente. Sopravvivevo grazie alla forza datami dall’innocenza e dalla fiducia che riponevo nei rappresentanti istituzionali di allora dai quali mi aspettavo coerenza ed affidabilità. Invece ho trovato solo l’ordine di obbedire nell’assoluto e rigoroso silenzio chiesto ad un militare, ma per fortuna la gente che ci sosteneva zitta e ferma non è stata».
Leggi anche: Maltempo, a Brescia muore giovane scout mentre dormiva in tenda
Sulla recente vicenda che ha coinvolto Patrick Zaki e sull’intervento dell’Italia, ha detto Latorre: «Io sono un militare: purtroppo questa esperienza mi ha aperto gli occhi su altri aspetti a me prima sconosciuti, ciò non mi consente di giudicare a priori senza conoscere fatti e protagonisti. Posso dirle che, personalmente, non ne avrei fatto una questione ideologica e politica, mi sarei fatto guidare dal buonsenso, dall’educazione, dal rispetto e soprattutto dalla riconoscenza. La stessa per cui oggi sono impegnato nel ringraziare gli italiani nelle varie città: approfittando delle tante occasioni di incontro organizzate da chi allora mi ha sostenuto e che, anche grazie a questo libro, continua a tenere viva l’attenzione sulla vicenda che mi ha coinvolto e a chiedere verità».
Lascia un commento