Gli “appunti di Giorgia”, la rubrica social della Meloni in cui commenta i lavori del governo e le questioni del momento
La premier Giorgia Meloni ha lanciato una sua rubrica sui social intitolata “Gli appunti di Giorgia“. Si tratta di un appuntamento settimanale, in cui la premier commenta le questioni del momento.
Nella prima puntata postata sui social, ha detto la Premier: «Io giro sempre con un quaderno di appunti, perché scrivo tutto. In questi quaderni c’è praticamente tutto il mio lavoro. E siccome io non ho alcun problema a condividere quel lavoro e le scelte che faccio con le persone che rappresento, ho deciso di aprire il mio quaderno degli appunti in una rubrica che vorrei fosse settimanale anche se magari non sempre riuscirò per raccontare il lavoro che abbiamo fatto durante la settimana e magari per dare anche qualche risposta sui temi che sono più caldi, più interessanti».
I primi argomenti trattati hanno trattato del carcere ostativo, di rave, ma anche di energia, dell’emergenza Ischia, della raffineria Lukoil e della manovra di Bilancio: «È stato un lungo lavoro quello che abbiamo fatto finora. È stato anche un lavoro che ci ha dato molta soddisfazione. Sono tanti i provvedimenti che abbiamo portato avanti: ci siamo occupati di mafia garantendo che uno degli strumenti che è considerato più efficace, ovvero il carcere ostativo, non scomparisse dal nostro ordinamento». «Io sono stata fiera che il primo provvedimento del nostro governo fosse contro la mafia».
Apriamo insieme i miei quaderni di lavoro.
Bentrovati nel primo appuntamento della rubrica #gliappuntidiGiorgia https://t.co/XKSipEWYK9— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) December 4, 2022
Sulla polemica dei Pos, ha detto: «Ci si dice “Ci volete impedire di pagare con il Pos e volete favorire l’evasione”. Il governo sta valutando la possibilità di non obbligare i commercianti ad accettare il pagamento elettronico per piccoli importi. La soglia dei 60 euro è indicativa può essere anche più bassa, c’è un’interlocuzione in corso con l’Ue e vediamo come andrà a finire».
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Mentre sul tetto del contante a 1000 euro ha detto che «sfavorisce la nostra economia. Siamo in un mercato europeo in cui il tetto al contante funziona solo se lo hanno tutti. Non tutti forse sanno che l’anno in cui c’è stata meno evasione fiscale negli ultimi 10 anni è stato il 2010, quando il tetto al contante era di 5 mila euro. Per paradosso più è basso il tetto al contante e più si rischia l’evasione — ha spiegato Meloni —. Se non posso spendere legalmente delle somme, che ho per mille ragioni, tenderò a farlo in nero. Quindi più abbassi il tetto al contante più favorisci l’evasione. Più fai salire il tetto al contante meno favorisci l’evasione».
Infine, ha parlato delle nuove regole per il Reddito di Cittadinanza: «Non vogliamo mantenere le persone in condizione di povertà con il reddito di cittadinanza, vogliamo aiutarle a trovare lavoro. Ho sentito dire che noi facciamo cassa sui poveri: falso, atteso che tutte queste risorse che possiamo recuperare con queste nostre scelte sul reddito di cittadinanza vengono tutte reinvestite su chi è più in difficoltà e sulla possibilità di creare nuovo lavoro. Tra le cose che ho sentito dire c’è anche “la Meloni ci toglie il reddito e ci costringe ad andare a rubare”. Tra il reddito e rubare l’opzione di andare a lavorare forse la si dovrebbe anche prendere in considerazione. È vero che trovare lavoro è difficile in Italia, ma forse non è nemmeno così difficile come alcuni pensano. Ci sono diverse aziende che chiedono al governo, nell’ambito del decreto flussi, di far entrare dei migranti regolari per farli lavorare. Io ho chiesto con che contratti e mi è stato risposto: “Contratto collettivo nazionale”, che è un contratto che ha tutte le garanzie, una retribuzione dignitosa, malattie, ferie, Tfr, tredicesima… Io penso che tra reddito di cittadinanza e andare a rubare scegliere di fare un lavoro dignitosissimo, di qualsiasi genere, per il quale pare che noi chiediamo immigrati da far entrare in Italia perché non c’è nessuno che li vuole fare, penso sia decisamente meglio». Sul tema la premier ha insistito molto: «Vogliamo formare e reinserire le persone nel mondo del lavoro. Vogliamo mettere in sicurezza queste persone, ma non le vogliamo mantenere nella loro condizione di povertà con il rdc. C’è gente che ha preso il reddito di cittadinanza per 2,3,4 anni… Non capisco se chi ha inventato il rdc pensasse che andasse dai 18 anni fino alla pensione di cittadinanza? Non credo che così possa funzionare. Voglio aiutare le persone a uscire dalla loro situazione di povertà con il lavoro: il lavoro ti può portare ovunque, il reddito di cittadinanza ti tiene dove sei, non c’è scampo. Io voglio regalare la dignità del lavoro a tante persone che non meritano di non essere mantenuti da certi politici che poi in campagna elettorale pensano di prendere indietro quello che sono convinti di aver dato. Io penso che la gente mi voti per scelta non da chi pensa di non avere scelta».
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