Femminicidio Sara Buratin, ritrovato il corpo del marito

Femminicidio a Padova, 41enne trovata morta in casa. Si indaga

Femminicidio Sara Buratin, ritrovato il corpo del marito. Le parole della sorella di Sara: “Non riusciamo a darci una spiegazione”

Dal Bacchiglione è arrivata la conferma ai sospetti delle ultime ore. Nel fiume c’era il furgone di Alberto Pittarello e all’interno il suo corpo senza vita. L’uomo, dunque, avrebbe ucciso la compagna e subito dopo si sarebbe tolto la vita gettandosi nelle acque del fiume. Una conferma della volontà suicidaria dell’uomo sarebbe giunta sia dalle tracce sul terreno, che dimostrerebbero l’alta velocità del mezzo che si è inabissato e i vetri rotti, attraverso i quali avrebbe potuto uscire e salvarsi.

Nelle prossime ore si avranno maggiori dettagli. Il corpo non sarebbe ancora stato recuperato. Intanto, al Corriere della Sera ha parlato la sorella di Sara, Angela Buratin: «In queste ore stiamo solo cercando di rimettere insieme i pezzi, di reggere tutta questa pressione, siamo concentrati su questo proviamo a farlo nonostante sia difficilissimo per tutti dopo quello che è successo».

Angela Buratin ha accolto a casa sua la nipote di 14 anni e la madre Mariagrazia Pasquetto: «Non riusciamo a darci una spiegazione non riesco io per prima, anche se ci penso, anche se mi sforzo. Nei diciassette anni in cui sono stati insieme Sara non mi ha mai raccontato nulla che facesse pensare ad un epilogo così, nemmeno in confidenza. Non una discussione finita in modo violento, non un gesto, non un momento che l’avesse messa in allarme. Mai».

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Sul rapporto di coppia dice: «Sono stati insieme 17 anni, non sono pochi. Sara non ha mai condiviso una confidenza problematica, una preoccupazione. Tra tutte le cose dette in queste ore una sola vale veramente ed è l’unica che voglio ricordare e a cui voglio pensare. Sara era un sole. Era mia sorella, certo, ma era un sole per tutti. Piena di energia, sorrisi, voglia di vita. Noi ora dobbiamo solo pensare a come fare ad andare avanti. A come affrontare tutto questo dolore. Che non passa. Che cresce ogni minuto. E ogni giorno continuerà ad esserci».

Poi conclude: «Dobbiamo solo stringerci tra noi, adesso è l’unico modo di sopravvivere — continua Buratin — non possiamo fare altro. Un passo alla volta»

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