Evasione carcere Beccaria, si consegna il quinto evaso

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Evasione carcere Beccaria, si consegna il quinto evaso. Restano ancora in fuga due giovani italiani di 17 e 18 anni

Sono ancora due i giovani evasi dal carcere Beccaria il giorno di Natale a essere a piede libero. Infatti, ieri pomeriggio 28 dicembre, si è consegnato in Questura il quinto giovane. Si tratta di un 19enne originario della provincia di Pavia, ma che risiede in provincia di Como. Il giovane si è presentato da solo alla polizia.

Il ragazzo, si legge su Fanpage.it, era accusato di “maltrattamenti in famiglia” e che passato era stato “ospite di alcune comunità”, da dove è spesso fuggito. Nella giornata di ieri è stato arrestato un altro giovane evaso. Il ragazzo, il quarto, è stato individuato in seguito alla segnalazione di un cittadino. All’arrivo delle forze dell’ordine, dopo l’identificazione è emerso che uno di loro era il quarto evaso.

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I sette giovani sono scappati eludendo la sorveglianza di un agente, che si era distratto per portargli un pallone da calcio. Appena l’agente si è distratto, i sette hanno abbattuto un pannello che copriva le impalcature del cantiere presente nel cortile e legando un lenzuolo. Uno di loro è riuscito ad evadere calandosi, gli altri sembra abbiano scavalcato.

All’appello, dunque, mancano ancora due giovani. Si tratta di un ragazzo di 18 anni di Milano e di un 17enne della Brianza.

In una intervista al Corriere della Sera, il cappellano Don Burgio racconta le condizioni in cui si trovano i detenuti dentro e fuori il carcere: «Alcuni ragazzi non ce la fanno più, pensano di non avere niente da perdere, sono provocatori a livello verbale, temono nuovi trasferimenti in carceri lontane. Spesso alla richiesta di farmaci per calmarsi o dormire la notte si acconsente ma anche la medicalizzazione, se diventa eccessiva, è un rischio: quando escono e tornano a casa o in comunità sostituiscono gli ansiolitici con le sostanze, pericolose a maggior ragione in presenza di disagi psichici. Dovrebbero riprendere a questo proposito laboratori trasversali e incisivi che informino sui danni dell’alterazione artificiale. I problemi sono molti, bisogna affrontarli uno ad uno con coraggio e spirito positivo, insieme a loro».

Su come sono le loro giornate, dice il sacerdote: «Troppo vuote, in particolare nei periodi di vacanza. Le attività, soprattutto dopo il Covid, sono state ridotte e si svolgono quasi solo all’interno delle sezioni, per la paura e la fatica organizzativa di trasferire in sicurezza e gestire gruppi di giovani in cortile o in palestra e teatro, luoghi peraltro ristrutturati e bellissimi che è un peccato non utilizzare con regolarità. Gli agenti sostengono uno sforzo enorme ma cosa deve succedere perché il ministero capisca che serve rafforzare l’organico e dare più stabilità al personale in continuo turnover?».

Fonte immagine: https://twitter.com/altreconomia/status/1608055225163595778/photo/1

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