Elezioni in Russia tra le contestazioni, bombe molotov lanciate contro le urne. Il Cremlino: “atti di terrorismo”
Le elezioni presidenziali in Russia sono state segnate da una serie di attacchi contro i seggi elettorali. In diversi video diffusi online si vedono persone lanciare bottiglie molotov contro gli edifici dove si svolge il voto. Secondo le autorità, almeno cinque seggi elettorali sono stati colpiti da bombe molotov. Uno a San Pietroburgo, uno a Mosca, uno a Voronezh e due a Rostov. In un caso, una donna è stata arrestata dopo aver lanciato una bottiglia molotov contro un seggio.
Ella Pamfilova, presidente della Commissione elettorale centrale russa, ha condannato gli attacchi definendoli “atti di terrorismo”. Ha escluso che si tratti di “fanatismo ordinario”. Il presidente Vladimir Putin ha accusato il “regime neonazista di Kiev” di cercare di intimidire le persone e interrompere il processo elettorale. Ha assicurato che gli attacchi “non resteranno impuniti”. Tredici sono le persone arrestate fino ad ora.
Votazione anche in alcune città ucraine occupate dalla Russia, azione che ha destato lo sdegno anche degli Usa. Inoltre, è stata profanata la tomba dei genitori di Putin.
Oltre agli attacchi con le molotov, ci sono state anche proteste in diverse città russe. A Mosca, la polizia ha arrestato decine di persone che manifestavano contro la guerra in Ucraina. Oltre alle molotov, contro le urne sono state lanciate anche bottiglie di pittura colorata.
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La vittoria di Putin è scontata. Il presidente russo è in carica dal 2000 e gode di un ampio sostegno popolare, almeno in apparenza. Gli attacchi contro i seggi elettorali e le proteste contro la guerra in Ucraina sono un segno del crescente malcontento in Russia. La situazione nel paese è tesa e il futuro è incerto.
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