Ecuador nel caos, a un passo dalla guerra civile

Ecuador nel caos, a un passo dalla guerra civile

Ecuador nel caos, a un passo dalla guerra civile. Bande di narcotrafficanti hanno ucciso 10 persone e assaltato uffici e tv

L’Ecuador sta vivendo ore di caos e terrore per un «conflitto armato interno», a dirlo ieri è stato il presidente Daniel Noboa, firmando un vero e proprio decreto di guerra ai narcos. Diverse bande armate sono entrate in azione in più città, anche nella capitale, Quito, mettendo in atto saccheggi, rivolte carcerarie, sparatorie, scontri con la polizia, omicidi.

Tutto a preso il via dopo la decisione del presidente Noboa di decretare lo stato di emergenza per 60 giorni, dopo l’evasione dal carcere di Adolfo Macias, considerato il re dei narcos. Le bando hanno dato vita ad una serie di rappresaglie, in cui sono morte almeno dieci persone, di cui due sarebbero agenti di polizia: “vilmente assassinati da criminali armati” nella località di Nobol, nella regione di Guayas. “Non ci fermeremo finché non troveremo i responsabili di questo atto criminale”, ha scritto sui social la polizia.

Una banda armata ha fatto irruzione anche nella sede della TC Televisión. Gli agenti sono riusciti ad arrestare 14 persone sospettate di aver partecipato agli scontri scoppiati con l’irruzione in cinque ospedali e nella sede della TC Televisión da parte di un gruppo di uomini armati incappucciati. La procura del Paese ha riferito su X che perseguirà tredici persone per reato di terrorismo: sono accusate di essere entrate con armi nelle strutture della stazione televisiva dove hanno tenuto in ostaggio il personale della testata.

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Il sindaco di Guayaquil, pesantemente colpita dalle rappresaglie, ha sottolineato che il suo impegno “è per la sicurezza” della città: “Lavoreremo in modo proattivo e collaborativo con la forza pubblica, che sosteniamo senza restrizioni. Continueremo a cooperare con il nostro contingente di sicurezza locale per rafforzare la risposta congiunta alla grave crisi di sicurezza”.

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