Dietrofront della legge sui Rave Party, sarà cambiata in Parlamento

Dietrofront della legge sui Rave Party, sarà cambiata in Parlamento

Dietrofront della legge sui Rave Party, sarà cambiata in Parlamento. Favorevoli al cambiamento anche membri della maggioranza

Il decreto legge promosso dal Consiglio dei Ministri in cui sono state introdotte nuove norme per limitare lo svolgimento dei Rave Party, feste abusive a base di musica, droghe e alcol, ha destato non poche polemiche.

Alla base della contestazione, vi sarebbe il fatto che la norma introdotta sia troppo generale e per questo motivi lascia aperta l’applicabilità anche ad altri tipi di manifestazione, ma anche alla possibilità di intercettare preventivamente le persone sospettate di organizzare Rave Party. Tuttavia, toccherà al Parlamento intervenire sulle modifiche per trasformale il decreto in legge.

Il Guardasigilli Carlo Nordio, aveva difeso il provvedimento presentato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, dicendo: «Se in questi giorni sono stati adottati provvedimenti che qualcuno ha temerariamente definito liberticidi, è perché uno Stato di diritto non può tollerare la violazione dei principi minimi di incolumità e di tutela della salute pubblica. La forza senza la giustizia è selvaggia e brutale, ma la giustizia senza la forza è una vuota e impotente astrazione».

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Spesso, il Guardasigilli ha però detto che «le intercettazioni, secondo me, andrebbero limitate; alcune sono indispensabili e altre dannose perché limitano la libertà dei cittadini».

A sostenere la necessità di modificare la norma non è solo l’opposizione, ma anche all’interno della maggioranza c’è chi guarda alla modifica. Il neo-viceministro di Forza Italia Francesco Paolo Sisto ha detto: «L’unico sistema è portare la pena a un livello che inibisca l’uso delle intercettazioni», quindi sotto i cinque anni. Ma aggiunge che bisogna pure «tipizzare la fattispecie» dei rave party da punire, «per evitare che quella appena approvata da norma di garanzia si trasformi in norma di polizia; non si può “ravizzare” ogni tipo di raduno o manifestazione, poiché l’intenzione è di colpire situazioni in cui il largo uso di sostanze stupefacenti crea pericoli concreti per l’ordine e la salute pubblica».

Fonte immagine: https://www.governo.it/it/media/consiglio-dei-ministri-n2/20816

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