Chico Forti, malcontento tra i carcerati di Verona: “È un privilegiato”

Chico Forti

Polemiche simili erano sucesse con Turetta

Il carcere di Verona “ospita” Chico Forti, rientrato settimana scorsa in Italia e uscito nelle ultime ore per andare a trovare la madre, di 94 anni, a Trento.

A Repubblica, però, gli altri carcerati non si dicono contenti di questa presenza, visto che Forti avrebbe una serie di privilegi.

Su tutti un cuoco che prepara pranzi e cene: «Venga qua con noi a vedere che inferno è questo», dicono gli altri carcerati.

Poi: «Dispiace vedere questa situazione di privilegio, specie se ad assistere a questo spettacolo è gente che deve dividere pochi metri di spazi vitali in una cella», afferma la moglie di un detenuto.

Marco Costantini, segretario di “Sbarre di zucchero”, spiega «C’è gente che aspetta da 5 anni per andare a trovare la madre. E a volte c’è chi non riesce ad arrivare nemmeno in cimitero, per salutare il proprio caro deceduto. Perché con lui è tutto così veloce? In un carcere già problematico come Montorio non ci possono essere detenuti di Serie A e altri di serie Z».

Pure i sindacati della Polizia Penitenziaria non hanno gradito: «Il carcere non è un palcoscenico nel quale star possano fare il loro show e avere trattamenti e benefici di grande riguardo. Il personale non fa il fotografo, ma ha compiti ben più seri a cui pensare. Ognuno si assuma le sue responsabilità: ci aspettiamo che l’amministrazione penitenziaria individui ogni responsabilità nell’interesse della legalità, per allontanare l’immagine che in tutto il mondo si sono fatti delle carceri italiane, come l’ennesima barzelletta italiana».

Lamentele del genere erano arrivate pure quando è stato arrestato e incarcerato Filippo Turetta, altero detenuto illustre di Verona.

Leggi anche: Turetta, arrivano le proteste degli altri detenuti

 

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